Chi ci segue anche su Facebook ha già potuto vedere qualche foto di anticipazione a questo post perché sì, l’avrete capito, ci piace un sacco incuriosirvi e tenervi un po’ sulle spine!
Da molto pensavamo a questa gita e finalmente ci siamo decisi a farla! Dalla zona nord-ovest dove abitiamo, ci siamo avventurati nella costa opposta, a sud-ovest, dopo aver percorso per circa un’ora e mezza l’entroterra montagnoso, aspro e affascinante che si apre sotto Chanià.
Hòra Sfakìon (o Sfakià) è il villaggio che abbiamo raggiunto per primo ed è dove abbiamo lasciato per tutto il giorno l’ auto, poiché non ci sarebbe più servita…
Infatti, questa zona costiera di Creta vanta le spiagge tra le più selvagge, solitarie, difficili da raggiungere e dalla bellezza incontrastata ed incontaminata di tutta l’isola!
Prima di tutto abbiamo deciso di approdare a Glikà Nerà, meravigliosa e tanto decantata baia, raggiungibile solamente via mare o a piedi. Da Sfakià abbiamo preso dunque il battello delle 10:15 diretto a Loutrò, secondo le indicazioni del “barcarolo” stesso, un “aitante” greco DOC, con codino, barba nera come la pece e canotta troppo stretta per contenere le abitudini culinarie di un’evidente buona forchetta!
Sfortuna ha voluto che ci beccassimo un mare bello mosso quella mattina, tanto da rendere a dir poco umidi quei 10 minuti di traversata per arrivare a Glikà Nerà… beh, poco male, visto che di lì a poco avremmo comunque fatto il bagno, no??!
In ogni caso, avvicinarsi a quella meraviglia e godersi lo spettacolo che la Natura ci ha offerto, ha fatto dimenticare in un attimo la doccia salata di qualche secondo prima. Un’alta e maestosa parete rocciosa dei Lefkà Ori (Monti Bianchi) fa da sfondo ad una stretta lingua di ciottoli che si immerge in un’acqua dalla trasparenza irreale e dagli splendenti blu e verde smeraldo!
Non abbiamo esitato un solo secondo e, dopo essere scesi sul minuscolo imbarcadero/tavernetta galleggiante, abbiamo steso i nostri asciugamani e ci siamo goduti un fantastico bagno! L’atmosfera era molto rilassante e le persone che giravano erano sicuramente originali e variegate. Abbiamo visto ragazzi con tende piantate sulla spiaggia e panni stesi al sole, escursionisti in costume che scendevano dalla montagna con pedule e zaini giganti e, naturalmente, non potevano mancare i nudisti! Troppo bello, davvero! Ci saremmo soffermati lì tutto il giorno solo per osservare la gente!
Ma torniamo a noi perchè non vi abbiamo ancora detto una cosa importante, ossia perché questo posto si chiama Glikà Nerà, che significa “acque dolci”. Ebbene, il nome è dovuto proprio alle freschissime acque dolci che, direttamente da una sorgente sotterranea, sgorgano tra i ciottoli della spiaggia per poi tuffarsi in mare! Passeggiando, infatti, si notano proprio queste pozze tra i sassi e nel mezzo si vede lo zampillo d’acqua, assolutamente potabile, che fuoriesce dal terreno. Per questo, infatti, è stata installata una doccia, funzionante con un pannello fotovoltaico, che dona il prezioso e dissetante liquido ai bagnanti che vogliono bere o semplicemente sciacquar via il sale marino dalla pelle.
Dopo un paio d’ore rilassanti ed un ultimo sguardo sognante a questo piccolo paradiso, abbiamo lasciato Glikà Nerà. Salendo sull’immancabile barca Delfini, abbiamo raggiunto in circa 10 minuti il villaggio di Loutrò.
Qual è il modo migliore per descrivervi la poesia e la magia che avvolgono questo porticciolo isolato dal mondo? Non è facile, davvero, perchè bisogna vederlo coi propri occhi per capire. Disposto su una baia a mezza luna, il villaggio è composto da non più di 20-30 strutture, divise tra case, vecchi edifici pubblici e piccoli hotel. Il colpo d’occhio è pazzesco perché si vedono tutte queste casette praticamente uguali, tutte bianche, dal tetto piano e con i balconi del color del mare! A cosa somiglia Loutrò? Ve lo diciamo noi: ad un presepe! Avete presente a Natale, quando allestite il paesino dietro la grotta del Bambin Gesù?? Ecco, uguale!! Anche in questo caso c’è un motivo per il nome Loutrò, che significa “bagno”, e anche qui giocano un ruolo fondamentale le molte sorgenti ritrovate in quest’area, la cui acqua arrivava fino al vicino villaggio di Anopoli.
Dopo esserci goduti un pacifico pranzetto in una della tante taverne del lungomare (13 € in 2… non smetteremo mai di stupirci!), abbiamo voluto raggiungere un’ultima tappa: Fìnikas (o Finix, o Phoenix).
Questa volta, però, ci siamo detti :”Gambe in spalla e via, si va a piedi!”. Senza nascondere una certa emozione e un po’ di orgoglio, abbiamo così imboccato un tratto di E4, uno degli 11 sentieri tracciati che attraversano l’Europa (CLICCA QUI per uno splendido racconto sul sentiero cretese E4). Tante volte ne avevamo sentito parlare, avevamo letto racconti a riguardo ed ancor oggi sogniamo di percorrere interamente la tratta cretese, 500 km da est a ovest (e prima o poi lo faremo!!). Per il momento, comunque, possiamo dire di averlo calpestato per qualche chilometro! Da Loutrò abbiamo superato la prima spiaggetta di Fìnikas (raggiunta in circa mezz’ora) e siamo arrivati fino alla seconda, impiegando altri 15 minuti circa: spiaggia molto aspra, con scogli e ciottoli, presenza di un piccolo hotel ed un paio di taverne, ambientazione perfetta per chi ama un’atmosfera selvaggia e una solitudine completa (se non considerate le capre come una compagnia!!).
Tornando indietro, decisamente bisognosi di un bagno rigenerante, ci siamo fermati alla prima baietta: piccola, sassosa, molto carina, con un paio di hotel bianchi e blu che la incorniciano. Nonostante le acque davvero fredde, ci immergiamo per qualche minuto, per poi riprendere armi e bagagli e risalire la montagna. Passando nuovamente attraverso le sparute, ma suggestive rovine dell’antica città di Finikas, ci siamo incamminati con calma verso Loutrò. In prossimità del paese, ci siamo goduti un’ultima volta la sua vista dall’alto ed abbiamo fatto un pieno di bellezza, prima di prendere il battello che ci ha riportati ad Hora Sfakion e quindi alla nostra auto.
Ah, che spettacolo questo Sud ragazzi!
Speriamo di non avervi stancati troppo con questo racconto così lungo… ma speriamo anche di avervi trasmesso almeno un pizzico di quest’incanto e di aver portato nelle vostre case e nei vostri uffici un po’ di sole cretese!
A presto!