Il mese di Dicembre quest’anno è particolarmente mite sull’isola e ci sta regalando moltissime giornate di sole, con massime intorno ai 20-22 gradi. Approfittando quindi di tanta clemenza, abbiamo deciso di tornare a visitare un luogo meraviglioso che avevamo visto anni fa e che ci è rimasto nel cuore: Gortyna, il sito archeologico più grande di Creta, l’antica capitale Romana dell’isola.
Questo splendido sito si trova a sud, nel distretto di Heraklion, a circa 2 ore e mezza di auto da Chania. Nonostante il primo insediamento risalga al 3.000 a.C., fu sotto l’Impero Romano, in particolare tra il I e il II secolo d.C., che questa città fiorì e diventò potente e prosperosa. Al tempo ospitava più di 50.000 abitanti e tante diverse religioni convivevano in essa.
I resti che si possono visitare a Gortina risalgono a diverse epoche, ma la maggior parte sono appunto opere Romane. La visita si può dividere in 2: la prima parte comprende il sito archeologico “ufficiale” che prevede un biglietto d’entrata di 6 €. La seconda è quella “non ufficiale”, ma più ricca, e si trova al di là della strada, immersa negli ulivi.
Partiamo dalla prima, quella a pagamento…
La prima cosa che si vede entrando nel sito sono i resti dell’imponente Basilica bizantina di San Tito (VI sec. d.C), di cui oggi si possono ammirare l’abside e le due cappelle laterali. Proseguendo verso nord si arriva al punto forte di quest’area archeologica, ossia l’Odeion Romano (I sec. a.C.), un teatro semicircolare, che ospitava eventi musicali e poetici. Alle spalle di questo, all’interno di un edificio dei primi del ‘900, si trova inciso sulla pietra il famoso Codice di Gortyna (IV sec. a.C.), ossia il primo codice di leggi della storia Greca. Scritto in un antico idioma, tratta per lo più di diritto di famiglia. Proseguendo verso nord, non lontano dall’Odeion, all’ombra di un platano sempreverde, la storia incontra la mitologia. Si narra che Zeus, innamoratosi perdutamente della principessa Europa, si trasformò in un toro bianco, la sedusse, la rapì e la portò in groppa dal Libano a Creta attraversando il mare a nuoto. Qui, sotto i rami di quel platano, le confessò la sua vera identità e consumarono la loro passione. Da questi incontri amorosi nacquero i loro 3 figli, nonché successivi re minoici, Minosse, Radamanto e Sarpedonte. Si narra che, da quel momento in poi, il platano, fino ad allora caducifoglie, si trasformò in un albero sempreverde. Naturalmente, come sempre, una spiegazione c’è ed è che esiste una rara specie di platano che è appunto sempreverde, di cui esistono poche decine di esemplari a Creta. Nonostante questo sia risaputo, fino a poco tempo fa, quando l’albero non era ancora protetto da una recinzione, molti cretesi venivano qui e staccavano una foglia, poiché pare fosse di buon auspicio per una sicura e buona procreazione… gli uomini non sanno proprio resistere al fascino dei miti e delle leggende 😉 …
Ma torniamo alla storia, quella vera, e proseguiamo nella parte “selvaggia” del sito…
Abbiamo usato il termine “selvaggio” perché, effettivamente, andare alla ricerca di questi resti è un po’ un’avventura in mezzo alla natura. Attraversiamo la strada all’uscita del sito ufficiale e seguiamo i cartelli per “Tempio delle Divinità Egizie” e “Pretorium” che indicano di proseguire a piedi nel bel mezzo degli ulivi. Qui, vi dovete armare di un po’ di pazienza e possibilmente di una buona guida che vi aiuti a districarvi nel dedalo di sentieri e di resti presenti in quest’area ricchissima. Vi troverete infatti a scoprire, mano a mano che camminate, varie recinzioni al cui interno c’è tutto un mondo di resti romani e non, tra cui templi, case, bagni pubblici, statue, anfiteatri, ecc.. Il Tempio delle Divinità Egizie (I-II sec. d.C.) è il primo che troverete seguendo queste indicazioni, per poi imbattervi nel Tempio di Apollo (VII sec. a.C.) e nel vasto Pretorio (II sec. d.C.), sede amministrativa della città, ma anche luogo sacro ed abitazione privata del Pretore. Tutta quest’area è stata il cuore religioso di Gortyna per secoli e, nonostante sia stata distrutta più volte da forti terremoti e che oggi siano arrivati a noi solo dei resti della magnificenza di questi edifici, l’atmosfera che si respira passeggiando lì attorno è molto speciale: un insieme di misticismo, senso di grandezza, ammirazione e memoria del passato. Proseguendo a nord si incontrano, infine, il Ninfeo, complesso di bagni pubblici del II sec. d.C., luogo molto amato dagli antichi romani, e l’anfiteatro (fine II sec.).
Questo è il nostro racconto di oggi, cari amici di Microcosmo Creta. Per chi alloggia nell’area di Chanià, Gortyna non è un luogo che si trova dietro l’angolo di sicuro, ma è comunque una gita fattibile in giornata. Soprattutto per gli appassionati di archeologia e di storia romana (ma non solo ;-)), crediamo sia una visita imperdibile e indimenticabile, nonché il più bel sito archeologico di tutta Creta.