Gola di Agia Eirini: il trionfo della Natura

Sono due le caratteristiche principali della Gola di Agia Eirini (o Agia Irini): la prima è che si tratta di un’alternativa più semplice e meno turistica della famosa Gola di Samarià; la seconda è che la Natura al suo interno è tra le più rigogliose e varie della zona.

L’entrata della gola dista circa 40 km da Chanià e la strada da seguire è quella per Sougia, a sud-ovest dell’isola. Partiamo al mattino e in un’ora raggiungiamo il villaggio di Agia Eirini dove parcheggiamo per proseguire a piedi verso l’ingresso del sentiero. La gola misura circa 7,5 km di lunghezza e il tempo medio di percorrenza è di 3 ore. Dopo aver pagato il biglietto di 2 €, ci immergiamo subito in un mondo incantato fatto di sottobosco, rocce e strani fiori. A darci il benvenuto, infatti, c’è il meraviglioso Dracunculus Vulgaris (in italiano Dragontea), un fiore grandissimo, color porpora, dalla strana forma e che abbiamo visto solamente qui a Creta sempre nelle zone di montagna. Non sarà, però, solo la Dragontea a farci rimanere a bocca aperta. Questa gola, come nessun’altra prima, ci ha davvero stupiti per la ricchezza della Natura che qui regna sovrana. Non per niente fa parte del programma NATURA 2000, creato dall’Unione Europea per la protezione e la conservazione degli habitat e delle specie animali e vegetali identificate come prioritarie dagli Stati membri. Inoltre è stata designata come santuario naturale dal Ministero dell’Agricoltura. Attraversando questa gola, infatti, rimaniamo estasiati dalla maestosità dei platani, frondosi e magnifici, dall’altezza imponente dei pini, dalla quantità di oleandri in fiore e dalle distese infinite di Faskomilo cretese, una salvia selvatica il cui profumo ci accompagna per buona parte del cammino. Immersi in tutto ciò, quasi non ci accorgiamo del trascorrere delle ore. Il percorso è vario ed interessante, in quanto si alternano passaggi semplici e scorrevoli ad altri un po’ più avventurosi.  In alcuni punti si cammina su sentieri scavati a picco sull’alveo del fiume, altre volte si affrontano tornanti che ti riportano giù nel fondo della gola, altre ancora si fa lo slalom tra grandi rocce ed alberi dalle contorte radici esposte. Perfino Indiana Jones sarebbe fiero di noi vedendoci attraversare quella sorta di ponticelli/scalette posticci, fatti di rami robusti e creati per permettere agli escursionisti di proseguire nei punti in cui la montagna è troppo franosa o le rocce troppo alte per poterle superare senza un aiuto. L’avventura si conclude quando vediamo la scritta “Exit” ed arriviamo alla “Taverna Oasis”, dove ne approfittiamo per riposarci un momento e bere una spremuta d’arancia bella fresca. Durante il percorso, comunque, si trovano delle aree di sosta in cui poter andare in bagno, sedersi a fare uno spuntino al sacco e rifornirsi d’acqua dalle fontanelle.

Arrivati a questo punto la scelta è tra 3 opzioni: 1) Prendiamo un taxi al costo di 35€ che ci riporta al villaggio di Agia Irini dove abbiamo lasciato l’auto; 2) Prendiamo un taxi al costo di 10€ che ci conduce fino alla spiaggia di Sougia, a 4,5km dalla taverna; 3) Non ci perdiamo d’animo e ce la facciamo a piedi fino a Sougia. Secondo voi quale abbiamo scelto 🙂 ? Naturalmente la terza!! In un’altra oretta di camminata su una tranquilla strada asfaltata arriviamo così al mare, a Sougia e alla sua rilassata atmosfera anni ’70. Lì, senza pensarci un attimo, appoggiamo le nostre cose sulla spiaggia e ci lanciamo in acqua per un bellissimo e meritatissimo bagno. Dopo aver bevuto una birra ghiacciata e aver mangiato un panino, il sonno ci prende all’istante e per un’ora sveniamo sui lettini, accarezzati dal vento del Sud. Alle 18:30 il pullman di linea Sougia-Omalos-Chanià ci riporta in circa 45 minuti alla nostra macchina ad Agia Irini, con la quale ci avviamo verso casa, stanchi, ma davvero tanto felici…

Spiaggia di Kriòs e taverna Sto Scholìo: piacevoli scoperte nell’area di Paleochora

Settembre è alle porte e noi concludiamo questo splendido mese di agosto che ci ha regalato indimenticabili giornate soleggiate e ventilate, con una gita interessante che abbiamo fatto al sud, nell’area di Paleochora. La spiaggia di cui vi parliamo oggi si chiama Kriòs e si trova a circa 10km a ovest di Paleochora, sulla costa sud occidentale di Creta, a circa un’ora e mezza di auto da Chanià.

Arriviamo al mattino, verso le 11, e veniamo subito conquistati dalla bellezza selvaggia e dalla posizione isolata di questo splendido litorale che in tarda mattinata, in un periodo di alta stagione, vede la presenza di 10 persone al massimo. La spiaggia è attrezzata di lettini ed ombrelloni, bagni pubblici e un piccolo chiosco che offre bibite, caffè e qualche piatto semplice. Delle grandi rocce la dividono in due: una parte più grande e frequentata, una più piccola ed appartata. Il litorale è composto da ciottoli di media dimensione e questo fa sì, come sempre, che la limpidezza e le sfumature di azzurro del Mar Libico siano particolarmente accentuate. Scegliamo due sdraio e ci immergiamo immediatamente in queste acque che ci chiamano come sirene tentatrici. L’acqua è fresca al punto giusto e il fondale, come spesso accade in queste spiagge del sud, scende rapidamente, offrendo visuali nitide del mondo marino sottostante anche a metri di profondità. Questo tratto di spiaggia fa parte del bellissimo sentiero europeo E4 (CLICCA QUI per uno splendido racconto sul sentiero E4), che attraversa Creta da est a ovest e di cui spesso abbiamo fatto menzione nei nostri articoli, poiché in varie escursioni ne abbiamo percorso alcuni tratti. Sulla grande roccia divisoria, infatti, sono presenti i caratteristici cartelli giallo-neri, con la scritta “E4”, che segnalano la via da seguire.

Restiamo qualche ora a farci coccolare da questa pace e questo panorama incantevoli, prima di decidere di riprendere l’auto ed avviarci verso il luogo prescelto per il pranzo. Nel villaggio di Anidri, a circa 5 km a nord-est di Paleochora, da dove parte l’omonima gola, si trova un posto davvero speciale che si chiama “Kafenio Sto Scholio” (in greco ¨Καφενείο Στο Σχολείο¨, ossia “Caffetteria Alla Scuola”). L’ edificio che ospita questa particolare taverna cretese, infatti, è la vecchia, piccola scuola del villaggio che è stata ristrutturata. Ne hanno ricavato un’intima e caratteristica location, dai colori bianco e rosso, dal cui terrazzo si gode di una vista sulla valle e sul mare straordinaria. Quello però che rende questo posto davvero speciale è la superba cucina tradizionale, rivisitata in maniera fantasiosa e intelligente. Ai sapori e alle ricette tipici di quest’isola sono state apportate piccole modifiche che li rendono unici e incredibilmente saporiti. La classica insalata di rape rosse al vapore, ad esempio, è condita con l’aggiunta di zenzero e mela. I tradizionali peperoni ripieni di riso ed erbe, qui lo sono di semola, uvetta e pinoli. Il coniglio in casseruola è “ubriacato al rakì”, ossia cotto con la grappa locale cretese.  Questo posto ci ha davvero rapiti, lo abbiamo a dir poco adorato: è originale ed autentico al tempo stesso.

Dopo aver pagato il conto, come sempre “salatissimo” qui a Creta (20€ in due :-D!!), siamo scesi a piedi lungo la stradina che costeggia sulla sinistra la taverna e dopo pochi metri, camminando in mezzo alle case tradizionali del villaggio, siamo arrivati alla piccola, incantevole Chiesa di Agios Georgios e Agios Nikolaos (San Giorgio e San Nicola). Un luogo ameno questo, dove potersi sedere un momento nel silenzio della valle, rotto solo dal canto delle cicale, a rimirare il mare in lontananza e perdersi nei propri pensieri. L’interno della chiesa poi…uno spettacolo! Si possono ammirare infatti affreschi del 1300 dai colori ancora vividi, rappresentanti scene di San Giorgio a cavallo e altri santi.

Per il ritorno a casa abbiamo scelto di prendere una strada diversa che avevamo visto curiosando su Google Maps e che aveva attirato la nostra attenzione. Abbiamo allungato il tragitto naturalmente, ma ne è valsa assolutamente la pena! Vegetazione rada, piante aromatiche selvatiche in ogni angolo, curve e tornanti con vista mare, mancanza totale di presenza umana: tutto ciò ha reso il rientro super rilassante e fonte di piacevoli sensazioni.

Creta, dolce Creta, finirai mai di farci innamorare? … A presto 😉

 

 

Aradena e Marmara: la perfetta simbiosi tra mare e montagna

Vi stiamo per raccontare una delle più belle escursioni che abbiamo fatto a Creta da quando viviamo qui, che vede come protagonisti la splendida gola di Aràdena e l’incantevole spiaggia di Màrmara.

Partenza da casa: ore 7 del mattino. Arrivo: ore 8:15 al villaggio di Sfakià (o Hòra Sfakìon), nella costa sud. Lì parcheggiamo la macchina e alle 9 prendiamo il pulmino diretto al villaggio abbandonato di Aràdena. Dopo circa 20 minuti di autobus e svariati tornanti a picco sul mare, arriviamo al ponte di Aràdena che collega il lato est della gola al lato ovest. Questo ponte di ferro è famoso per il bungee jumping poiché nei fine settimana estivi gli amanti di quest’attività spericolata si lanciano dai suoi 138 metri di altezza; è infatti il più alto ponte della Grecia ed il secondo in Europa da cui si può provare il brivido del saldo con la corda elastica. Prima della sua costruzione negli anni ’80, chi voleva andare da una parte all’altra della gola doveva scendere a piedi fino al letto del canyon attraversando una ripida e panoramica mulattiera pavimentata con acciottolato (in greco “kalderimi”) per poi risalire dall’altra parte, inerpicandosi per un altro sentiero identico ed altrettanto ripido… si fa fatica anche solo ad immaginarlo, figuriamoci a farlo!!! Per fortuna ora c’è questo ponte e noi lo attraversiamo in pullman, non senza tenere il fiato sospeso a causa del vuoto che si apre sotto di noi. Giunti dall’altra parte, dopo qualche foto al panorama, ci incamminiamo verso l’entrata della gola. Passiamo attraverso gli interessanti resti di un’architettura cretese del passato, facenti parte dell’antico villaggio di Aràdena, abbandonato dagli anni ’50. Il motivo di questo abbandono sembra essere stata una faida nata tra le famiglie del paese stesso a causa della… campana di una capra :-D!! Un cartello di legno inciso a mano ci introduce all’imbocco del kalderimi che ci avrebbe portati di lì a poco giù giù giù, fino alle viscere della gola. Ci godiamo questa splendida ma ripida discesa a zig zag e dopo circa 20 minuti arriviamo in fondo, iniziando a percorrere la gola vera e propria. Da lì, per circa 2 ore, affrontiamo una delle più affascinanti, varie e suggestive camminate della nostra esperienza cretese. Si passa da punti in cui il sentiero è ampio e agevole ad altri in cui bisogna passare in mezzo a pertugi scivolosi tra le grandi rocce, fino a dover costeggiare il letto scosceso del fiume percorrendo un saliscendi di gradini scavati nella roccia e delimitati da un corrimano di legno. Dietro ad ogni curva il paesaggio cambia: il canyon si apre e si restringe, la vegetazione quasi scompare e poi riappare super rigogliosa, la roccia si fa più liscia e sdrucciolevole e poco dopo diventa aguzza e irregolare. Insomma, è davvero impossibile annoiarsi durante questo percorso! A volte non si sa dove andare e poi, dietro ad un albero o sopra un masso, si trovano le torrette di sassi lasciate dagli altri escursionisti oppure i segnali verdi e rossi dipinti che indicano la strada da seguire. Naturalmente, come avrete intuito, è sconsigliato per chi non è abituato a camminare, per chi ha problemi alle ginocchia, per anziani e bambini piccoli, quindi valutate bene la fattibilità prima di affrontarlo, se ne avrete l’occasione.

Questo magnifico e indimenticabile trekking ci conduce, dopo circa 2 ore e mezza (considerando le pause per acqua, spuntini, foto e video) e 600m di dislivello, dritti dritti al mare, al turchese e cristallino Mar Libico, da noi incontrato e apprezzato più volte in questi 3 anni. Il piccolo gioiello che risplende davanti ai nostri occhi è la spiaggia di Màrmara. Come quasi tutte le spiagge sud occidentali dell’isola è costituita da ciottoli di piccola e media grandezza. In questa stagione è ancora attrezzata con alcuni lettini ed ombrelloni e la tavernetta situata sul promontorio accanto serve buon cibo greco e bevande a tutti i bagnanti, permettendo loro di godere di una vista sulla baia dalla quale non vorresti mai staccarti! Non facciamo a tempo a toglierci le scarpe e gli abiti impolverati che siamo già immersi nelle profonde e fresche acque e assaporiamo il tanto agognato bagno ristoratore dopo le fatiche della scarpinata. Tra l’altro, sulla destra guardando la spiaggia dal mare, si sviluppa tutta una serie di piccole grotte dentro le quali si può fare del fantastico snorkeling… e anche noi ne approfittiamo naturalmente!

Dopo pranzo, ci sdraiamo sotto l’ombrellone e crolliamo dal sonno per un’ora buona! Alle 17:30 una barca da circa 20 posti ci aspetta per portarci, in mezz’ora scarsa, solcando a ritmo sostenuto il blu del Mar Libico, a Sfakià e quindi alla nostra auto.

Giornata splendida, indimenticabile davvero! Ci auguriamo che le nostre parole, le foto ed i video abbiano reso giustizia all’intensità della bellezza di questo posto e alle emozioni che ha provocato in noi…

A presto!

Agios Pavlos: alla ricerca dei luoghi più remoti di Creta

Oggi vi vogliamo raccontare dell’ultima scoperta straordinaria che abbiamo fatto vagando per il territorio cretese: la spiaggia e la chiesetta di San Paolo o Ἀγιος Παύλος (Agios Pavlos) in greco.

In compagnia dei nostri amici Stefania e Luca, siamo partiti alle 8 del mattino alla volta di Hora Sfakion (o Sfakià), sulla costa sud-ovest di Creta. Alle 10:30 abbiamo preso il traghetto che in un’oretta ci ha portati ad Agia Roumeli. Durante il rilassante viaggio via mare, ci siamo goduti il blu intenso ed inconfondibile del Mar Libico e la sfilata di calette, pareti rocciose e micro paesini offerta dai maestosi Monti Bianchi (Lefka Ori). Una volta sbarcati, con zaino in spalla e pieni di energia, ci siamo spinti a piedi verso est, imboccando il nostro adorato sentiero E4 che ci avrebbe accompagnati lungo la costa meridionale verso la nostra meta. Come avevamo già accennato in alcuni articoli precedenti, il sentiero E4 (“The Cretan Way”) è un tratto di percorso europeo ben tracciato che attraversa Creta da est ad ovest (CLICCA QUI per uno splendido racconto sul sentiero cretese E4). Noi abbiamo avuto la fortuna di percorrerne vari tratti fino ad oggi e quello che ci stupisce sempre è l’estrema varietà dei paesaggi e del terreno che ci si trova ad attraversare. In questo tratto che collega la spiaggia di Agia Roumeli a quella di Agios Pavlos, si alternano sterrati nascosti tra i pini marittimi, parti di spiaggia a ciottoli grandi e piccoli, percorsi completamente sabbiosi ed angusti passaggi tra le rocce. Insomma, non si tratta proprio di una passeggiata tranquilla! Il percorso è proprio di quelli che piace a noi perché molto vario e sempre a picco sul mare cristallino, a tratti impegnativo, ma mai troppo per le nostre capacità. Forse un po’ d’ombra in più non ci avrebbe dato fastidio visto che il sole di giugno ha già svelato ampiamente la sua forza e durante questo tragitto ha messo tutti e 4 a dura prova!

Dopo circa un’ora e mezza di cammino, ecco aprirsi davanti a noi la selvaggia ed ampia spiaggia di Agios Pavlos. Dopo aver superato l’unico chioschetto presente in loco, ci siamo diretti verso il gioiello che caratterizza questo posto, ossia la pittoresca chiesetta di Agios Pavlos (o San Paolo), una delle più antiche di tutta l’isola. Fino a pochi minuti prima facevamo fatica ad individuare la sua posizione, perché, oltre ad essere molto piccola, è ben mimetizzata nel paesaggio circostante. Questo perché, nel X secolo, quando San Ioannis Xenos l’ha costruita con le sue mani, ha utilizzato le pietre presenti nella spiaggia stessa, del medesimo colore della sabbia e della terra. Ne ha ricavato una splendida struttura a croce bizantina, finemente modellata e in perfetta sintonia con la natura circostante. Una volta entrati, ci siamo accorti che nelle volte erano presenti i resti di alcuni bellissimi affreschi che pare risalgano ad un paio di secoli dopo.

Che posto incredibile ragazzi! Ancora oggi, dopo alcuni giorni, se ripensiamo all’immagine di quella costruzione isolata, che sembra far parte della montagna stessa, che si staglia su una distesa di sassolini neri, bagnati da un mare azzurro e trasparente oltre ogni immaginazione…beh, non ci sono parole per descrivere l’emozione che certi luoghi ti fanno provare!!

Dopo quella scarpinata ci siamo meritati un po’ di riposo e senza tardare un secondo in più, ci siamo tolti i vestiti sudati e ci siamo tuffati nelle corroboranti acque del Mar Libico. Una volta consumato il nostro pranzo al sacco e aver riposato un po’ all’ombra di alcune rocce, abbiamo preso armi e bagagli e ci siamo incamminati verso la via del ritorno. Giunti ad Agia Roumeli, stanchi morti, ma felici, ci siamo concessi un ultimo bagno, per poi prendere il battello delle 17:30 che ci ha riportati a Sfakià, dove avevamo lasciato la nostra auto.

Nel tragitto in auto abbiamo riparlato di quest’esperienza fantastica e ci siamo detti di essere grati all’universo di poter vivere queste giornate e di poterle condividere con degli amici che le apprezzano.

E allora cin cin! Alla vita che è sempre piena di sorprese, alle amicizie vecchie e nuove e alla bellezza di questo mondo che ci è stato donato!

Gialiskari: il fascino del mare a novembre

Chi dice che andare al mare fuori stagione sia una perdita di tempo o uno spreco, dovrebbe venire a Creta in ottobre o in novembre per ricredersi completamente! Sicuramente in questo periodo l’aria è più frizzantina, a volte ci si imbatte in qualche giorno di cielo nuvoloso o di pioggia autunnale, l’acqua del mare non ha più il caldo abbraccio dei mesi estivi e quando va giù il sole è necessario munirsi di giubbino… ma in quale altro posto d’Europa si può fare il bagno a novembre senza battere i denti?? Dove se non a Creta tornate a casa con la pelle scottata dal sole in autunno inoltrato?

Oggi vi raccontiamo la nostra giornata novembrina a Gialiskari, a 4km a est di Paleòchora, sulla costa sud-ovest di Creta.
Partiamo al mattino e in circa un’ora arriviamo al caratteristico villaggio di Paleòchora. Da lì imbocchiamo una stradina, prima asfaltata e poi sterrata, che in una quindicina di minuti ci conduce alla spiaggia di Gialiskari, più comunemente conosciuta come Sandy Beach (o come Anydri Beach). Questo posto l’avevamo già conosciuto quest’estate assieme ad alcuni amici che ci erano venuti a trovare, ma abbiamo voluto tornarci perchè è davvero, davvero speciale. Il litorale si divide in due parti: la prima di ciottoli abbastanza grandi e nelle cui acque a settembre abbiamo fatto uno dei migliori snorkeling da quando viviamo qui; la seconda, ossia la più frequentata e accessibile, è la vera e propria Sandy Beach. Una larga lingua di sabbia grossolana mista a sassolini, che da un lato si immerge in un mare di cristallo e dall’altro è sovrastata dall’onnipresente catena dei Lefkà Ori (Monti Bianchi). D’estate è attrezzata con lettini e, a scelta, si può ripararsi dal sole o sotto gli ombrelloni o sotto i pini marittimi sparsi per la spiaggia. Questo luogo così ameno fa fatica a non rimanerti dentro una volta che l’hai visto. L’atmosfera è semplice,
naturale e coinvolgente e ti fa capire subito perchè negli anni ’70 fosse una spiaggia molto amata dagli hippies di Paleochora, che la raggiungevano a piedi con in spalla una tenda e una chitarra. Noi abbiamo avuto la fortuna di vederla sia nella stagione turistica, sia ora, quindi con due aspetti molto diversi. Oggi gli ombrelloni sono spariti; l’unica tavernetta che c’era ha chiuso; resiste ancora solo il piccolo chiosco che vende bevande, toast e gelati. Le sole presenze sulla spiaggia, a parte noi, sono una manciata di nudisti nord europei che prendono il sole e qualche greco che si beve un
caffè freddo sulle panchine del bar. Se possibile, in questa stagione Gialiskari è ancora più magica, come, d’altronde, tutti i luoghi di mare quando si svuotano dalla grande massa estiva.

Appena giunti sul posto, resistiamo alla tentazione di stravaccarci anche noi sugli sparuti lettini rimasti e decidiamo di avventurarci in un pezzo di sentiero europeo E4 (v. articolo su: Da Loutrò a Fìnikas tramite l’E4). Percorriamo a piedi tutta la spiaggia andando verso est e, terminata la zona sabbiosa, iniziamo a seguire le pennellate gialle e nere sulle rocce, che ogni 20-50 metri ci indicano la corretta via per seguire il sentiero E4 (CLICCA QUI per uno splendido racconto sul sentiero cretese E4). Il percorso si rivela davvero uno spettacolo: tutto lungo la costa, in un su e giù continuo di tratti in parte sterrati e in parte rocciosi, costellato di arbusti e piante endemiche, con il mare che ti segue sul lato destro in maniera costante, cambiando continuamente sfumature e infrangendosi sulle appuntite rocce costiere. Ogni tanto incontriamo il tipico cartello giallo e nero con su scritto “E4” che ci aiuta a capire di essere nella direzione giusta, visto che a volte il sentiero si fa talmente irregolare che ci viene qualche dubbio sulla pista da seguire. Camminiamo per circa un’ora baciati dal sole ancora potente di novembre e dopo una pausa di 10 minuti siamo indecisi sul da farsi: proseguire per altre 3 ore circa ed arrivare fino a Lissos (v. articolo su: Lissos) oppure tornare indietro e goderci queste preziose ore quasi estive tuffandoci nelle acque del Mar Libico. Riflettendo un attimo,
concludiamo che Lissos l’abbiamo già vista e non sappiamo per quanto ancora saremo così fortunati da poter trascorrere una giornata di mare come questa, perciò decidiamo di fare dietrofront e tornare all’invitante e quasi deserta Sandy Beach che ci chiama da lontano.

Il sentiero non proprio lineare che ci lasciamo alle spalle ci ha fatti sudare non poco e questo aumenta in noi la voglia irrefrenabile di un tuffo corroborante. Lasciate così le nostre cose sulla spiaggia, ci lanciamo in tre secondi scarsi nelle limpide e freschissime acque del sud e in un attimo ci sentiamo in paradiso!! Una volta usciti, ci stendiamo al sole e proviamo davvero un piacere infinito. Rimaniamo sconvolti da quanto picchi ancora in questa stagione e di quanto immensamente bene si stia a farsi scaldare dai suoi raggi dopo la fresca sensazione del bagno. Grati di tutto ciò, ci crogioliamo per qualche ora in questo sogno di un pomeriggio di mezz’autunno…

Manca solo una cosa, a dire il vero, per coronare la giornata ..una bella birra fresca!

Alla vostra 🙂 !!

Gola di Imbros e dintorni: una scoperta dopo l’altra

Anche quest’anno sono venuti a trovarci i nostri grandi amici Elena e Fernando, assieme alla piccola Asia e alla nonna Stella! Con loro due abbiamo deciso lo scorso mercoledì di andare alla scoperta di una nuova gola, sempre a sud di Chanià, considerata la “sorella minore” di Samarià: la gola di Imbros (in greco “Φαράγγι Ίμπρου”).

Decidiamo di partire presto, verso le 8, per arrivare intorno alle 9 all’entrata della gola, proprio al paesino di Imbros. Lasciamo la macchina in uno dei numerosi parcheggi gratuiti che si trovano lungo la strada ed imbocchiamo la prima parte di sentiero. Dopo circa 15 minuti di cammino, troviamo la biglietteria, con un cartello: “Municipalità di Sfakià, Gola di Imbros – Lunghezza: 8km – Biglietti – Entrata – Buona passeggiata!”. Paghiamo così i nostri 2€ a testa ed iniziamo la vera e propria escursione, che si svilupperà quasi tutta in discesa. La giornata è limpidissima, ma a quell’ora l’aria di montagna è ancora frizzantina. Così, con passo lesto, camminiamo in questo primo tratto di sentiero abbastanza largo e ben tracciato, con pietre di grandezza media ed attorniato da pareti non troppo alte e da alberi dalle forme strane e contorte. Per tutta la prima ora di cammino a mala pena incontriamo anima viva, quindi ci godiamo appieno la Natura padrona di questa gola, che si
manifesta in varie forme solo per noi, con il suo piacevole silenzio ed i suoi profumi di muschio e resina che ci hanno accompagnati per tutto il tragitto. Iniziamo così ad entrare nei primi veri tratti di canyon, con pareti rocciose maestose, dalle quali fuoriescono miracolosamente degli alberi (forse delle querce) che sembrano cadere da un momento all’altro sulla nostra testa! A poco a poco ci inoltriamo in questo paesaggio che si fa diverso, dove si alternano tronchi enormi che sbarrano la strada, passaggi più o meno stretti e cascate di pietre affilate che costeggiano il sentiero. Tutto ciò fino a raggiungere un bellissimo cunicolo a forma di “S”, il punto più suggestivo della gola, con pareti altissime e lisce, che sembra quasi uno scivolo dei parchi acquatici! E’ qui che attraversiamo il punto più angusto di tutta la gola, largo solamente m 1,60. Superati quindi gli ostacoli “più duri”, proseguiamo ancora un po’ fino a raggiungere un bivacco, davvero unico nel suo genere, dove ci fermiamo per uno spuntino. Si tratta di una piccola tettoia di legno con un tavolino, delle panche, sgabelli fatti di tronchi ed ogni genere di chincaglieria appesa: bandiere greche di ogni dimensione, foto di strani personaggi baffuti e di escursionisti, vecchi fucili arrugginiti, uno specchietto retrovisore di un’auto, banconote dal mondo e addirittura due teschi di caprone con gli occhiali da sole!! Che posto assurdo!! Dopo un breve ristoro, ci incamminiamo verso l’ultima parte della gola, più semplice e lineare, che ci conduce, dopo circa 2 ore di passeggiata, al controllo dei biglietti finale. Da qui, si prosegue per altri 5 minuti fino al villaggio di Komitàdes, dove un cretese totalmente in nero (barba e rosario al collo compresi!!) si offre di riportarci  con il suo pick-up, per 5€ a persona, al paesino di Imbros, dove c’è la nostra auto!

L’esperienza “montanara” ci ha soddisfatti appieno, la gola si è dimostrata incantevole e particolare come tanti ci avevano raccontato e, oltretutto, alla portata di chiunque, perché non lunghissima e semplice da percorrere se si indossano delle buone scarpe chiuse. A quel punto, però, dopo una bella passeggiatona, come fare a meno di un bagno in mare rigenerante?? Riprendiamo la macchina e percorriamo la strada che porta fino a Sfakià e lì decidiamo di perderci un po’ nei meandri della selvaggia costa del sud, che ci ha sempre riservato delle belle sorprese. Presto ci rendiamo conto che anche questa volta non ci avrebbe delusi! Arriviamo per caso in una piccola insenatura, tra Ammoùdi e la spiaggia per naturisti di Filàki, dove è scattato per tutti noi il colpo di fulmine! Oltre a capire fin da subito che avremmo avuto questo piccolo e splendido angolo sperduto tutto per noi, restiamo meravigliati ancora una volta davanti alle diverse sfumature di blu che il mare qui a Creta riesce ad avere a seconda del tipo di spiaggia, di costa, di fondale o di paesaggio circostante. Qui restiamo a farci viziare da un’impagabile solitudine e dalle rinfrescanti e azzurrissime acque della “No name beach”, come l’abbiamo soprannominata quel giorno (*vedasi note a piè di pagina)! Ci siamo chiesti quante altre insenature, sconosciute e simili a questa, ci saranno qui a Creta e questo fatto ci ha rincuorati molto perché significa che quest’isola, in chissà quanti angoli sparsi, sta ancora preservando la sua bellezza incontaminata dal turismo di massa.

Non contenti delle mille bellezze viste fino a quel momento, di comune accordo stabiliamo un’ultima tappa sulla strada del ritorno, ossia l’Azienda Vinicola Dourakis (nel cartello sulla strada si legge “Winery Dourakis”). La storia di questa azienda inizia nel 1986, quando Andreas Dourakis torna da Salonicco al paese cretese d’origine, Alikampos, dove oltre a prendere in mano le vigne del padre, ne coltiva molte altre nei terreni attorno. E’ motivato dal suo bagaglio di conoscenza in materia, proveniente dai suoi studi di enologia in Germania e dalla sua lunga esperienza lavorativa nelle wineries locali ed estere, nonché dal terreno e dal clima super favorevoli di questa zona di Creta. Tutto ciò lo ha aiutato a portare al successo questa bellissima azienda, dove ora si possono fare visite guidate, banchetti nuziali e, naturalmente, assaggiare e comprare svariati e prelibati vini locali. Una volta arrivati a destinazione, già da fuori il posto ci conquista: un edificio di pietra, simile a un casolare di campagna, con un florido giardino ed un patio esterno con tavolini. Entriamo e ad accoglierci c’è Sofia, una ragazza molto simpatica e preparata, che con pazienza e professionalità ci porta al loro negozio e ci fa assaggiare, per nostra immensa gioia, una grande varietà dei loro nettari! Alla fine, inevitabilmente, siamo usciti da lì con ben 6 bottiglie di vini misti in vista delle nostre cene in compagnia a Villa Anastasia!! Neanche a dirlo, è un posto che consigliamo vivamente, per fare un’esperienza nell’isola diversa da quello che può essere la classica spiaggia o la visita al sito archeologico.

Anche questa volta, a quanto pare, non ci siamo fatti mancare proprio nulla, compresa l’incomparabile compagnia degli amici più cari, con i quali è sempre una doppia soddisfazione vivere queste meraviglie cretesi!

*NOTE:

La “No name beach” in realtà si chiama Agios Charalambos o Agios Haralabos Beach.

Lissos e Sougia: tra Antica Roma e baie da sogno

Eccoci qui, come promesso, anche se con qualche settimana di ritardo, per raccontarvi una stupenda escursione che abbiamo fatto a metà ottobre con i nostri amici. Laura e Carlo sono venuti a trovarci dal 12 al 19 ottobre ed hanno trovato una settimana a dir poco estiva! Per questo amiamo Creta così tanto: la bella stagione dura tantissimo e anche d’inverno le temperature minime non vanno mai sotto i 9-10°… capite perché l’abbiamo scelta come nostra nuova casa ;-)??!

Ma torniamo alla nostra giornata dedicata ancora una volta alla scoperta della seducente costa sud-ovest dell’isola. Siamo partiti in macchina per arrivare in circa 1 ora e 40 minuti alla spiaggia di Sougia, dove abbiamo parcheggiato e dove ci saremmo soffermati più a lungo alla fine della giornata.

DSCN3520Da qui è partita la nostra esaltante passeggiata lungo un affascinante e variegato tratto montagnoso del sempre mitico sentiero europeo E4, che è iniziato con la gola di Ai Kyrkos (CLICCA QUI per uno splendido racconto sul sentiero E4). 

Il percorso per arrivare ai meravigliosi resti archeologici di Lissòs e all’indimenticabile baietta di Ai Kyrkos ha richiesto una camminata di circa un’ora e mezza. Nonostante i 30° gradi della mattinata ed i tratti a volte impervi da attraversare, dobbiamo dire che è DSCN3534uno dei più bei tragitti che finora abbiamo attraversato qui a Creta. La sua bellezza sta nella varietà del paesaggio, che passa dal canalone tipico della gola, al sentierino impervio che passa tra pini e arbusti, a pianure con bassi cespugli che ricordano i paesaggi lunari. Ad un certo punto poi, si arriva sulla cima dell’altopiano e lì si apre una vista d’incanto su tutta la piana archeologica e sulla minuscola baia cristallina di Ai Kyrkos. In quel momento inevitabilmente ti chiedi: “Ma che posto pazzesco è questo??”.

DSCN3545Anche noi infatti siamo rimasti più di qualche minuto a goderci questo panorama surreale, per poi scendere uno stretto sentiero fatto di piccoli tornanti che ci avrebbe condotto alle meraviglie viste prima dall’alto. E così siamo giunti al sito romano di Lissòs, uno dei più importanti di tutta Creta. La parte più interessante e conosciuta di questo complesso archeologico è sicuramente ciò che resta del Tempio di Asclepio. Attorniato da una bassa costruzione, il pavimento centrale del tempio colpisce per lo splendido mosaico (presumibilmente del I sec. d.C.) raffigurante DSCN3565per lo più motivi geometrici ed una grossa quaglia. La cosa più incredibile di questo posto è che tu arrivi, dopo una lunga camminata, sei nel nulla più assoluto, circondato solo da pareti rocciose, carrubi, ulivi secolari e pecore; ad un certo punto ti trovi davanti quasi per caso, a cielo aperto, ad un capolavoro dell’uomo che ha più di 1000 anni e che ha resistito per tutto questo tempo alle intemperie, ai diversi popoli, agli animali, ai terremoti e a chissà cos’altro! Diteci voi se questo non è un miracolo! Ma non c’è solo quello: in tutta la piana c’è tanto altro di quest’antica città. Un’intera 20141015_124458necropoli, con decine di tombe ad arco posizionate sulla parete di una collina, sembra quasi volerci dire che la morte domina su tutto il resto e che solo l’assordante silenzio di questo posto sia davvero in grado di portarle il rispetto che merita. Per non parlare dei pezzi di colonna e capitelli sparsi per tutta l’area e sui quali inciampi facilmente!

A completare l’armonia di questo paesaggio, troviamo infine la cappella di Ai Kyrkos, a sinistra del tempio e l’incantevole chiesetta della Panagia (Vergine Maria), a pochiDSCN3602 metri a ovest dalla spiaggia. La particolarità di quest’ultima sta nel fatto che si trovano incastonati nelle sue mura, dei blocchi di marmo ricavati da un antico sarcofago, uno DSCN3628dei quali rappresenta una bellissima testa di Medusa rovesciata.

L’essere arrivati a vedere la chiesa della Panagia, vuol dire essere arrivati al mare… finalmente!! Il colore tendente allo smeraldo, i ciottoli chiari e levigati, la trasparenza DSCN3635irreale di queste acque che mai finiranno di meravigliarci… una degna conclusione di questa memorabile esperienza!

Siamo rimasti qualche ora a goderci il sole e il mare di questa baia, ogni tanto guardandoci alle spalle e ripercorrendo volentieri con la mente il percorso fatto (che visto da giù fa più paura di quello che è in realtà!).

Verso le 16:30 la barchetta ancorata a qualche metro dalla spiaggia ci ha riportati in 10 minuti al piccolo porto di Soùgia. Naturalmente non poteva mancare un ultimo bagno di congedo in questa ampia, attrezzata spiaggia dai DSCN3659ciottoli scuri, molto amata dai cretesi e davvero ideale per passare un’intera giornata di relax con famiglia e amici.

Per concludere, ci teniamo particolarmente a ringraziare Laura e Carlo che, oltre ad essere venuti a trovarci ben due volte quest’anno, hanno anche sempre accolto con entusiasmo le nostre proposte, dimostrando di essere il tipo di viaggiatori che noi stimiamo di più… grazie amici!

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Gola di Samaria: il gigante cretese

Dopo avervi allietato l’estate con alcune tra le più belle spiagge dell’isola, oggi vi raccontiamo la nostra ultima straordinaria escursione, immersi nell’altra faccia di Creta: la montagna.

Avete mai sentito parlare delle Gole di Samarià? Probabilmente sì, visto che si tratta delDSCN2920 canyon più lungo di tutta Europa e di una delle più grandi meraviglie naturali di quest’area del mondo. Sabato scorso, quindi, assieme al nostro grande amico Fernando, che in questi giorni è venuto a trovarci con Elena e la loro bambina, Asia, ci siamo avventurati in quella che si è rivelata una delle esperienze più entusiasmanti della nostra vita!

DSCN2925Siamo partiti da Chanià con l’autobus delle 7:45 per Omalos, che in realtà prosegue fino a Xyloskalo, da dove parte a tutti gli effetti l’escursione. Dopo aver pagato l’ingresso di 5€ per il Parco Nazionale di Samaria (fondato dal 1962), armati di acqua, panini e tanta energia, siamo partiti! L’escursione in questa gola, infatti, non è proprio per tutti: lunga 16km, la sua traversata richiede circa 6 ore di cammino, considerando qualche pausa per bere, mangiare ed andare in bagno. Il percorso è quasi totalmente in discesa: si parte da circa 1200m di altezza (a Xyloskalo) e si arriva alla costa meridionale dell’isola, ad Agia Roumeli. Ogni 2-3km ci sono fonti d’acqua fresca, bagni e zone ristoro con tavoli e panchine dove potersi risposare o consumare il pranzo al sacco.

La nostra camminata è cominciata con un sentiero ripido e tracciato che ha messo da DSCN2926subito alla prova le nostre gambe. Circa un’ora, quindi, è servita per scendere giù fino al letto della gola, circondati da pini secolari e da panorami mozzafiato su tutta la vallata. Proseguendo, la strada si è rivelata più “fantasiosa”, poichè scavata sull’alveo di un fiume che d’inverno si riempie d’acqua. Pietre giganti, alberi con tronchi dalle strane forme, pareti rocciose più o meno levigate dal vento e piccoli corsi d’acqua da attraversare. Ma l’incontro più piacevole di quei primi chilometri è stato DSCN2969senza dubbio quello con uno degli abitanti di questa gola e di queste montagne: la mitica capra selvatica Kri-Kri, razza endemica di Creta. Gli esemplari che girano nella zona, probabilmente abituati al flusso di visitatori che la gola attira ogni giorno, si fanno avvicinare facilmente: sembrano proprio degli stambecchi in miniatura e i loro piccoli sono la cosa più tenera del mondo!

A circa metà strada siamo arrivati al vecchio villaggio di Samarià dove, fino all’apertura DSCN3007del parco nel ’62, vivevano i suoi abitanti. Incredibile pensare che lì potesse davvero viverci qualcuno! Approfittando della zona attrezzata di bagni e tavolini all’ombra, ci siamo mangiati un panino e abbiamo rilassato un po’ le stanche membra che, dopo circa 2 ore e mezza di camminata, cominciavano ad avere i primi cedimenti…

DSCN3054Temerari e decisi ad arrivare quanto prima al mare, siamo ripartiti dopo circa mezz’ora di sosta. Il paesaggio attorno a noi cambiava continuamente e questo ha reso la passeggiata varia ed emozionante. Camminando in mezzo a pareti di roccia alte centinaia di metri e ad alberi secolari che crescono incredibilmente in quella stessa pietra, ci sentivamo davvero tanto tanto piccoli. In quel luogo, in ogni istante qualcosa ci dimostrava e ricordava l’assoluta supremazia della Natura sull’uomo. Pensate che le DSCN3066Gole di Samarià, assieme al parco nazionale di Olimpo, sono le uniche aree protette della Grecia ad essere incluse nel MAB Network, ossia il programma “Man and Biosphere” dell’UNESCO. Sarà per questo che qui vivono in assoluta tranquillità quasi 500 specie di piante ed animali, di cui 70 circa endemiche di Creta.

DSCN3074Dopo quasi 5 ore di scarpinata, ecco che finalmente siamo giunti al punto più conosciuto di questa gola, le “Porte di Ferro” (Σιδερόπορτες). Questo passaggio è famoso per essere il più stretto di tutto il canyon. Infatti, dopo chilometri di spazi molto ampi (fino a 150m di larghezza), si trova questo pertugio largo solo 3 metri, i cui confini sono delimitati da due pareti rocciose alte 600 metri…da mozzare il fiato!

Dopo le porte, ormai il peggio era passato! Arrivati in fondo al percorso, ci siamo fermati ad un chiosco dove chiedono di esibire il biglietto d’entrata e ci siamo incamminati per l’ultimo assolatissimo tratto di selciato che ci separava dal mare. Dopo DSCN3121una ventina di minuti, ecco apparire all’orizzonte un miraggio, la nostra “oasi nel deserto”: il Mar Libico!! Nonostante l’infinita stanchezza e il dolore ai polpacci, abbiamo accelerato il passo e in quattro e quattr’otto eravamo immersi nelle freschissime e cristalline acque di Agia Roumeli, increduli di essere davvero arrivati alla fine! E in questo posto dalla bellezza irreale, con la sabbia vulcanica e i ciottoli neri come la pece, abbiamo passato due ore di puro e meritato relax.

DSCN3124Alle 17:30 abbiamo preso l’ultimo traghetto per Hora Sfakion, dove, alle 18:30 è partito l’ultimo autobus per Chania. Anche in quell’ora di traghetto, Creta ci ha offerto degli angoli di paradiso, con il suo mare di un blu mai visto e la maestosità dei Monti Bianchi (Λεφκά Όρι) che gli facevano da cornice.

Che dire di più di quest’esperienza…le foto parlano da sole, no?

A chiunque abbia un po’ di buona volontà, gambe buone e amore per la natura, questa è una giornata che straconsigliamo e che, senza dubbio, porterete dentro per sempre!

Ciao a tutti!

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Glika Nera, Loutro e Finikas: l’aspro e poetico Sud

Chi ci segue anche su Facebook ha già potuto vedere qualche foto di anticipazione a questo post perché sì, l’avrete capito, ci piace un sacco incuriosirvi e tenervi un po’ sulle spine!

Da molto pensavamo a questa gita e finalmente ci siamo decisi a farla! Dalla zona nord-ovest dove abitiamo, ci siamo avventurati nella costa opposta, a sud-ovest, dopo aver percorso per circa un’ora e mezza l’entroterra montagnoso, aspro e affascinante che si apre sotto Chanià.

Hòra Sfakìon (o Sfakià) è il villaggio che abbiamo raggiunto per primo ed è dove abbiamo lasciato per tutto il giorno l’ auto, poiché non ci sarebbe più servita…

Infatti, questa zona costiera di Creta vanta le spiagge tra le più selvagge, solitarie, difficili da raggiungere e dalla bellezza incontrastata ed incontaminata di tutta l’isola!

Prima di tutto abbiamo deciso di approdare a Glikà Nerà, meravigliosa e tanto decantata baia, raggiungibile solamente via mare o a piedi. Da Sfakià abbiamo preso dunque il battello delle 10:15 diretto a Loutrò, secondo le indicazioni del “barcarolo” stesso, un “aitante” greco DOC, con codino, barba nera come la pece e canotta troppo stretta per contenere le abitudini culinarie di un’evidente buona forchetta!

DSCN2491Sfortuna ha voluto che ci beccassimo un mare bello mosso quella mattina, tanto da rendere a dir poco umidi quei 10 minuti di traversata per arrivare a Glikà Nerà… beh, poco male, visto che di lì a poco avremmo comunque fatto il bagno, no??!

In ogni caso, avvicinarsi a quella meraviglia e godersi lo spettacolo che la Natura ci ha offerto, ha fatto dimenticare in un attimo la doccia salata di qualche secondo prima. Un’alta e maestosa parete rocciosa dei Lefkà Ori (Monti Bianchi) fa da sfondo ad una stretta lingua di ciottoli che si immerge in un’acquaDSCN2499 dalla trasparenza irreale e dagli splendenti blu e verde smeraldo!

Non abbiamo esitato un solo secondo e, dopo essere scesi sul minuscolo imbarcadero/tavernetta galleggiante, abbiamo steso i nostri asciugamani e ci siamo goduti un fantastico bagno! L’atmosfera era molto rilassante e le persone che giravano erano sicuramente originali e variegate. Abbiamo visto ragazzi con tende piantate sulla spiaggia e panni stesi al sole, escursionisti in costume che scendevano dalla montagna con pedule e zaini giganti e, DSCN2529naturalmente, non potevano mancare i nudisti! Troppo bello, davvero! Ci saremmo soffermati lì tutto il giorno solo per osservare la gente!

Ma torniamo a noi perchè non vi abbiamo ancora detto una cosa importante, ossia perché questo posto si chiama Glikà Nerà, che significa “acque dolci”. Ebbene, il nome è dovuto proprio alle freschissime acque dolci che, direttamente da una sorgente sotterranea, sgorgano tra i ciottoli della spiaggia per poi tuffarsi in mare! Passeggiando, infatti, si notano proprio queste pozze tra i sassi e nel mezzo si vede lo zampillo d’acqua, assolutamente potabile, che fuoriesce dal DSCN2522terreno. Per questo, infatti, è stata installata una doccia, funzionante con un pannello fotovoltaico, che dona il prezioso e dissetante liquido ai bagnanti che vogliono bere o semplicemente sciacquar via il sale marino dalla pelle.

Dopo un paio d’ore rilassanti ed un ultimo sguardo sognante a questo piccolo paradiso, abbiamo lasciato Glikà Nerà. Salendo sull’immancabile barca Delfini, abbiamo raggiunto in circa 10 minuti il villaggio di Loutrò.

DSCN2631Qual è il modo migliore per descrivervi la poesia e la magia che avvolgono questo porticciolo isolato dal mondo? Non è facile, davvero, perchè bisogna vederlo coi propri occhi per capire. Disposto su una baia a mezza luna, il villaggio è composto da non più di 20-30 strutture, divise tra case, vecchi edifici pubblici e piccoli hotel. Il colpo d’occhio è pazzesco perché si vedono tutte queste casette praticamente uguali, tutte bianche, dal tetto piano e con i balconi del color del mare! A cosa somiglia Loutrò? Ve lo diciamo noi: ad un presepe! Avete presente a Natale, quando allestite il paesino dietro la grotta delDSCN2562 Bambin Gesù?? Ecco, uguale!! Anche in questo caso c’è un motivo per il nome Loutrò, che significa “bagno”, e anche qui giocano un ruolo fondamentale le molte sorgenti ritrovate in quest’area, la cui acqua arrivava fino al vicino villaggio di Anopoli.

Dopo esserci goduti un pacifico pranzetto in una della tante taverne del lungomare (13 € in 2… non smetteremo mai di stupirci!), abbiamo voluto raggiungere un’ultima tappa: Fìnikas (o Finix, o Phoenix).

Questa volta, però, ci siamo detti :”Gambe in spalla e via, si va a piedi!”. Senza nascondere una certa emozione e un po’ di orgoglio, abbiamo così imboccato un tratto DSCN2577di E4, uno degli 11 sentieri tracciati che attraversano l’Europa (CLICCA QUI per uno splendido racconto sul sentiero cretese E4).  Tante volte ne avevamo sentito parlare, avevamo letto racconti a riguardo ed ancor oggi sogniamo di percorrere interamente la tratta cretese, 500 km da est a ovest (e prima o poi lo faremo!!). Per il momento, comunque, possiamo dire di averlo calpestato per qualche chilometro! Da Loutrò abbiamo superato la prima spiaggetta di Fìnikas (raggiunta in circa mezz’ora) e siamo arrivati fino alla seconda, impiegando altri 15 minuti circa: spiaggia molto aspra, con scogli e ciottoli, presenza di un piccolo hotel ed unDSCN2606 paio di taverne, ambientazione perfetta per chi ama un’atmosfera selvaggia e una solitudine completa (se non considerate le capre come una compagnia!!).

Tornando indietro, decisamente bisognosi di un bagno rigenerante, ci siamo fermati alla prima baietta: piccola, sassosa, molto carina, con un paio di hotel bianchi e blu che la incorniciano. Nonostante le acque davvero fredde, ci immergiamo per qualche minuto, per poi riprendere armi e bagagli e risalire la montagna. Passando nuovamente attraverso le sparute, ma suggestive rovine DSCN2582dell’antica città di Finikas, ci siamo incamminati con calma verso Loutrò. In prossimità del paese, ci siamo goduti un’ultima volta la sua vista dall’alto ed abbiamo fatto un pieno di bellezza, prima di prendere il battello che ci ha riportati ad Hora Sfakion e quindi alla nostra auto.

Ah, che spettacolo questo Sud ragazzi!

Speriamo di non avervi stancati troppo con questo racconto così lungo… ma speriamo anche di avervi trasmesso almeno un pizzico di quest’incanto e di aver portato nelle vostre case e nei vostri uffici un po’ di sole cretese!

A presto!

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Elafonisi e Seitan Limani: un tuffo nell’estate cretese

Il nostro viaggio alla scoperta delle spiagge più belle di Creta è appena iniziato…

Dopo avervi mostrato Balos, aggiungiamo nuove meraviglie alla “lista dei sogni”, a cominciare da quella che occupa la foto copertina di questo articolo: la spiaggia di Seitan Limani (o Limania), situata a nord-est di Chania, nella penisola di Akrotiri.

DSCN2035Sempre con Laura e Carlo, siamo partiti al mattino in macchina e dopo circa mezz’ora di strada, abbiamo parcheggiato per proseguire per altri 10 minuti a piedi. Diciamo che gli ultimi minuti di strada in macchina e la parte a piedi bastano a far capire come mai hanno dato questo nome alla spiaggia che, tradotto in italiano, significa “Porto del Diavolo”. La discesa in auto, infatti, è molto ripida, ma asfaltata e molto panoramica. LaDSCN2031 parte a piedi è breve, ma intensa ed avventurosa perché scavata sulle aspre rocce caratteristiche di questa zona… consigliamo delle buone scarpe da ginnastica ;-)!

Lo spettacolo che si vede avvicinandosi alla spiaggia è di una bellezza rara, poiché l’insieme di vari aspetti rende, a nostro parere, questa piccola insenatura naturale una perla unica. La sua particolare forma a zig-zag, il turchese intenso che contrasta con le DSCN2018chiare ed irte rocce delle pareti montagnose che la abbracciano, il luogo remoto in cui si trova… tutto ha contribuito a farci pensare che Seitan Limania sia la spiaggia numero 1 a Creta a livello di originalità, almeno tra quelle che abbiamo visitato fino ad oggi.

Ma lasciamo questo piccolo paradiso per parlare di un’altra meraviglia da noi già visitata nel 2013 e che però rivedremmo volentieri altre 100 volte: la spiaggia di Elafonisi (o Elafonissi), situata nella costa sud-ovest di Creta, a circa 1 ora e 30 minuti di auto da Chanià. Approfittando dell’arrivo anche di Giovanna, Laura eDSCN2153d Anna, nostre grandissime amiche che hanno passato il week-end scorso qui con noi, abbiamo noleggiato un’auto da 7 posti e siamo partiti per questa rinomatissima spiaggia, considerata “i Caraibi cretesi”. Oltre che per l’acqua cristallina che rimane bassissima per decine di metri, Elafonisi è famosa per la sua particolare sabbia rosa che si mescola al candido e morbido arenile del bagnasciuga, creando un effetto cromatico davvero unico.

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Dopo una giornata di puro relax distesi al sole, sulla strada di ritorno abbiamo deciso di far tappa al vicino Monastero dello Scalino D’oro, in greco Moni Chryssoskalitissa, costruito intorno al 1500 su un alto promontorio che domina sul mare e da cui si gode di una vista davvero straordinaria (CLICCA QUI per leggere un’avventura nel cuore di Creta che si conclude a questo monastero).

DSCN2177Attorno a questo monastero girano diverse storie, credenze e leggende. La più suggestiva è quella secondo la quale uno dei 98 scalini che portano su al monastero sia d’oro, ma che solo i puri di spirito lo riescano a vedere come tale. Altri pensano invece che si chiami così perché, durante l’occupazione turca, per evitare il saccheggio i monaci avessero nascosto i beni preziosi del monastero sotto ad uno degli scalini. Un’ulteriore versione dice che questo unico scalino fosse stato davvero costruito in oro e poi ceduto dai monaci ai turchi come pagamento delle tasse al sultano.

Si narra poi di un miracolo della Vergine Maria, la cui icona si trova salendo le scale in una cavità della roccia. Secondo tale credenza, dopo il massacro dei Cristiani nellaDSCN2179 Pasqua del 1824, un gruppetto di soldati turchi arrivarono al monastero (al tempo rimasto deserto) per distruggerlo, ma salendo la scalinata furono aggrediti da uno sciame d’api annidate tra le rocce… Il monastero fu così salvato!

Insomma, non importa quale sia la vera storia: la visita a Chryssoskalitissa merita e per chi è sulla strada per/da Elafonisi è sicuramente una tappa che consigliamo (il costo per l’ingresso alla struttura è di soli 2 €).

…Peccato solo non aver visto lo scalino d’oro 😉

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