Frangokastello e l’alba del mistero…

Vi piacciono le storie di prodi combattenti e di spiriti che vagano inquieti nella notte? Sì??? E allora non potete perdervi questo racconto…

Partiamo da casa il mattino, attraversiamo i Monti Bianchi (Lefkà Ori) e costeggiamo la famosa Gola di Imbros per raggiungere ancora una volta la costa sud, solitaria e selvaggia. A circa 16km ad est di Hòra Sfakìon (o Sfakià), di cui vi abbiamo già parlato in passato, si trovano la spiaggia ed il castello di Frangokàstello, la meta da noi prestabilita. Appena arrivati, decidiamo di visitare subito l’affascinante fortezza
veneziana, della seconda metà del 1300
, che in italiano possiamo chiamare “Castelfranco” o “Castello dei Franchi”. Le imponenti mura sono ancora in ottimo stato, come pure la grande torre a sud-ovest, nella quale si può salire per vedere il panorama dall’alto. Visitiamo, quindi, questo pezzo di storia che un po’ ci appartiene e, nel mentre, non possiamo fare a meno di pensare alle cruenti battaglie che lì si sono susseguite ed alle storie fantastiche che girano attorno a questo luogo incantato…

Il 17 maggio del 1828, infatti, questo posto è stato per l’ennesima volta sfondo di una cruenta battaglia, guidata dai cretesi ribelli di Sfakià (gli Sfakioti) e dal loro comandante C. Daliànis, contro gli oppressori turchi. L’arduo combattimento si è concluso con centinaia di morti, da entrambe le parti. La credenza popolare vuole che, nell’alba tra il 17 e il 18 maggio, si vedano sfilare davanti al castello gli spiriti degli sfakioti morti in battaglia quel giorno, chiamati in greco drussolites, ossia “coloro che vivono nella rugiada del mattino”. Noi, come sapete, amiamo follemente le storie popolari che girano qui a Creta e questa in particolare ci è rimasta impressa per l’alone di mistero e di occulto. Il fatto che, in realtà, queste “visioni” abbiano provato a spiegarle scientificamente, non credo ci dissuaderà dall’andare a sbirciare cosa succede in realtà nella prossima alba dell’ignoto! In pratica, si suppone che, in condizioni atmosferiche buone e in presenza di un mare calmo, si verifichi la cosiddetta “Fata Morgana”, un fenomeno ottico riconducibile a una sorta di miraggio. Questo farebbe sì che si riflettano sulla riva di Frangokastello i profili dei soldati in marcia sulle vicine coste libiche, cosa comunque pazzesca se ci pensate! E dunque, come si fa dopo aver appreso tutto ciò a non andare a verificare di persona?? Se vi volete unire a noi, sappiate che i voli diretti dall’Italia di Ryanair partono già da fine marzo ;-).

Ci lasciamo alle spalle, per ora, le storie di fantasmi e di guerrieri, per avviarci a piedi all’adiacente spiaggia che prende lo stesso nome del castello. Sicuramente questo è un luogo ideale per chi ama la tranquillità e gli ampi spazi. Il litorale sabbioso è grande e spesso semivuoto, nonostante gli sparuti gruppi di ombrelloni presenti. Il mare è come sempre splendido e azzurrissimo e il fondale digrada lentamente, rendendo il bagno invitante per chiunque, sia per la temperatura dell’acqua che per il facile accesso. Siamo rimasti parecchio tempo su questa spiaggia che da un lato si è rivelata autentica, preservata dal turismo di massa e riposante, dall’altro, non sappiamo esattamente il perché, avvolta da una strana malinconia. Forse, abbiamo pensato, sarà per via del peso alle sue spalle di questa “figura di controllo” che è la fortezza o per la vegetazione selvaggia che la circonda, non si sa… In ogni caso, la cosa certa, è  che qui non vi mancherà l’occasione di rilassarvi totalmente!

Un po’ spostate dalla spiaggia, inoltre, in mezzo al verde, si trovano alcune taverne caratteristiche. Noi optiamo per la graziosa “Kalì Kardià” (“Buon cuore”), una piccola struttura bianca e azzurra, con un terrazzino coperto da una tettoia di viti e accompagnato dal canto intenso delle cicale, immancabile nella calda estate cretese. Il proprietario dai candidi baffoni, ci invita sorridente a sederci e ci serve dei piatti buonissimi della tradizione: insalata cretese (con alcuni suoi tocchi personali), patate al forno ripiene di formaggio di pecora e le tipiche mezzelune di pasta fillo ripiene di saporite erbe locali, i kalitsounia.

Dopo pranzo ci lasciamo coccolare ancora un po’ dalla brezza proveniente dal Mar Libico, per poi avviarci con calma verso casa, anche oggi arricchiti di antiche storie e tradizioni, di nuove sfumature e sensazioni.

 

 

Isola di San Teodoro: in barca verso luoghi incontaminati

Prima di raccontarvi queste bellissime ore trascorse sulla barca Irini, gustatevi il video…

Non vedevamo l’ora di provare quest’esperienza e di raccontarvela, perchè è un modo un po’ diverso e davvero unico di trascorrere un pomeriggio qui a Creta, oltre ad essere una gita comodissima da fare per chi alloggia qui a Villa Anastasia.

Irini con sitoLa barca “Irini” (su cui abbiamo viaggiato noi) o, in alternativa, la più piccola e caratteristica barca “Thia Maro”, partono ogni giorno dal porto vecchio di Chania. La classica escursione giornaliera che viene offerta è di 3 ore e mezza. Le tappe sono due: l’isola di San Teodoro (Άγιος Θεόδωρος) e la piccola di isola di Lazareta (Λαζαρέτα), entrambe completamente disabitate e incontaminate.Thia Maro con sito

Quest’anno abbiamo deciso di accordarci con l’azienda che propone questi tour, per poterli proporre ai nostri ospiti. Per questo motivo Lefteris, il “grecissimo” responsabile commerciale che ci ha seguiti, ci ha gentilmente offerto un giro sull’Irini, in una giornata in cui è stata prenotata per due ore da un gruppo di alpinisti francesi interessati a vedere solo l’isola di San Teodoro. Grati ed emozionati, ci imbarchiamo in un pomeriggio ventilato di sole cocente. Porto vecchio con sitoCome prima cosa ci godiamo, da un prospettiva tutta nuova ed affascinante, la vista del porto vecchio di Chania. Sarà che, ammirato dal mare, lo si riesce a vedere nella sua interezza, ma a noi è sembrato ancora più fiabesco e suggestivo! Lasciato alle nostre spalle il faro veneziano, iniziamo la traversata che dura circa 20-30 minuti, da cui ci si gode da un lato il mare blu cobalto e dall’altra la costa nord-ovest dell’isola, a noi tanto familiare vista dalla strada litoranea.

Arrivati all’isolotto di San Teodoro, la barca, guidata dall’affascinante capitana Sofia,Foto noi due s.teodoro con sito costeggia piano piano l’aspra e imponente parete sud, scavata nel mezzo da una grande grotta. L’intera isola è composta di rocce che si tuffano a picco nel mare, di piccoli alberi e di arbusti. Questi ultimi sono la fonte di sostentamento degli unici abitanti del posto, le capre selvatiche Kri-Kri, che noi fino ad oggi abbiamo incontrato solamente nella gola di Samarià. Spesso, facendo questa gita in barca, si riescono a scorgere alcuni esemplari che sgambettano su e giù dal promontorio, ma noi non siamo stati così fortunati…

Dopo un’inversione di marcia, la barca si ferma davanti al lato orientale dell’isola, a qualche decina di metri dalla costa e lì viene gettata l’ancora. L’acqua sotto di noi è profonda, ma il suo turchese intenso e la trasparenza quasi irreale permettono di San teodoro con sitovedere nitidamente il fondale sabbioso…è un chiaro invito a buttarsi senza pensarci due volte! Sull’Irini vengono date anche pinne e maschere per fare snorkeling, quindi non resta che lasciarsi ammaliare dalle acque ormai non più fredde del Mar di Creta…

I tuffi si sprecano, il bagno è rigenerante, i metri e metri d’acqua sotto di noi ci incuriosiscono e facciamo qualche bracciata con la maschera, ammirando il fondale sconfinato e qualche annoiato pesce che non si cura di noi. Restiamo in ammollo a lungo, nel mezzo di questo mare che ormai sentiamo un po’ nostro, nell’incontaminata cornice dell’Isola di San Teodoro che ci osserva dall’alto…il paradiso è qui ragazzi!! Normalmente, nella canonica escursione di 3 ore e mezza, la barca si avvicina ancor più alla costa permettendo ai temerari di immergersi più in profondità per vedere la carcassa di un aereo tedesco della Seconda Guerra Mondiale.

Dopo esserci asciugati al sole, l’ancora viene levata e si torna verso il punto di partenza, Enrico, Lefteris e Georgios migliorata con sitoil porto di Chania. Normalmente, l’escursione prosegue fino alla tranquilla isola di Lazareta, dove si può fare un altro bagno e abbronzarsi sull’arenile dell’unica, piccola e adorabile spiaggia presente; qui vengono offerti dalla truppa insalate di frutta, bevande varie e rakì ghiacciato (grappa locale)!

Che gita memorabile! Ci siamo davvero divertiti un sacco! … e se è piaciuta anche a voi, possiamo prenotarvi un posto in barca quando volete, basta chiedercelo ;-)!

Ciao!!

Marathi e Loutraki: due piccole perle nell’Akrotiri orientale

Ancora una volta siamo qui a parlarvi dell’Akrotiri, ossia la penisola, aspra e solitaria, dove risiede l’aeroporto di Chanià. Come già accennato in passato, la prima volta che siamo venuti a Creta avevamo totalmente “snobbato” questa zona, all’apparenza cruda, brulla e poco interessante. Mano a mano che passa il tempo, invece, scopriamo sempre nuove chicche che ci mostrano in tutta la sua bellezza nascosta questa punta scoscesa di isola, un’area davvero magica…

In questo articolo vi parleremo di due spiaggette più che incantevoli, vicinissime a Chanià e situate nella costa sud-est della penisola dell’Akrotiri: Maràthi e Loutràki.

Trovandosi a pochi km l’una dall’altra, decidiamo di vederle entrambe in un’unica giornata. La mattina ci rilassiamo al sole nella placida Marathi, divisa in due baie sabbiose da un piccolo porticciolo. Come la maggior parte delle spiagge cretesi, anche questa ha una parte attrezzata e una libera, oltre a bar e taverne con vista mare. Essendo molto riparata, è l’ideale per chi non ama sottostare alle bizze del famoso Meltemi, il vento secco e fresco che viene dal nord e che a Creta soffia spesso d’estate (e fortuna che c’è!!). Qui l’acqua, di una trasparenza rara, è bassa per molti metri e, molto spesso, è un olio: ideale per fare lunghi bagni rilassanti, per far giocare i bambini e, perché no, fare un po’ di snorkeling… La vista poi di cui si gode dal bagnasciuga è così bella! Le aspre cime e le scogliere dell’Akrotiri si stagliano proprio lì davanti e ti fanno sentire completamente avvolto nell’abbraccio di mamma Natura.

La mattina scorre pigra e rilassante a Marathi e, dopo un veloce panino al sacco, decidiamo di spostarci nelle braccia della sorella minore, Loutraki. Il nome stesso, “Loutraki” (“piccolo bagno”), anticipa quello che troveremo. Un micro angolo di paradiso, racchiuso tra due promontori e costellato di pini marittimi i cui ampi rami offrono un po’ di riparo dalla calura. Anche qui il colore e la trasparenza delle acque fanno un certo effetto. Le sfumature di azzurro si alternano mano a mano che il mare diventa più profondo e camminando fino a diversi metri verso l’orizzonte, si riescono a vedere nitidamente sul fondo chiaro e sabbioso, dei piccoli paguri, tutti con conchiglie diverse, che corrono avanti e indietro freneticamente. La spiaggia vera e propria è totalmente libera. Per chi volesse lettino e ombrellone, comunque, sulla parte destra della stessa, c’è una zona erbosa attrezzata, condivisa da un hotel e da un bar. Quest’ultimo offre la possibilità a tutti i bagnanti di usare le sdraio, in cambio di una consumazione. Dopo diversi bagni, una birra Mithos ghiacciata e tanto tanto sole, ci avviamo verso casa e decidiamo di finire in bellezza questa giornata all’ordine del relax…

Ci avevano parlato di un posticino a Chanià dove si mangia pesce freschissimo in un ambiente informale… come potevamo non provarlo?? La taverna si trova in una delle vie principali del centro, Daskalogianni, nel quartiere di Splantzià, tanto amato dagli20150613_120015 abitanti di Chanià. Si chiama “To Maridaki ” e da oggi rientrerà tra i ristoranti da noi consigliati ai nostri ospiti! Il locale è accogliente, decorato in stile “marino” e con qualcosa che a noi piace tanto: la cucina a vista! Nonostante il pesce, paradossalmente, non sia la specialità di quest’isola, in quanto storicamente abitata da gran mangiatori di carne d’agnello e maiale, da “To Maridaki”, come in poche altre selezionate taverne della città, si trova sempre pesce fresco di giornata che viene cucinato magistralmente alla griglia, al vapore o fritto, a seconda dei gusti. La particolarità di questo posto è che il cameriere prima di consegnare il menu, porta il cliente a vedere la vetrina accanto alla cucina dove si può scegliere verdure cotte di ogni tipo, legumi, primi piatti IMG-20150613-WA0001cucinati in giornata dalle due sorridenti cuoche. Poi, e qui viene il bello, vieni portato davanti al banco frigo dove ti mostra i pesci pescati quel giorno perché tu possa scegliere quello che vuoi! Una volta scelto, lo pesa, ti mostra il prezzo e ti chiede se va bene. A quel punto non ti resta che decidere il tipo di cottura e gustartelo tutto! I prezzi sono decisamente onesti, come sempre qui a Creta. Un bel pesce fresco alla griglia con contorno di verdure, anch’esse grigliate, una porzione molto abbondante di polipo al vapore con sughetto di pomodoro speziato e verdure del posto, fagioli occhio nero con peperoni ed erbe cotte cretesi, mezzo litro di vino bianco, pane abbrustolito con olio d’oliva e origano: 37 € in due! E, naturalmente, gli immancabili dolce e rakì (grappa locale) offerti a fine cena dai ristoratori… fantastico! Che dire di più… ottimo finale per una splendida giornata!

Vi è venuta sì o no un po’ di acquolina in bocca?? Siamo solo a due ore di aereo dall’Italia, pensateci ;-)…

Preveli e la foresta di palme

A circa 90 km a sud-est di Chanià, nella prefettura di Rethymno, ci sono due monasteri ed una spiaggia che portano il nome di Préveli e che sono famosi e rispettati da tutti i cretesi. Ora vi spieghiamo perché…

Con i nostri super affezionati amici Carlo e Laura, siamo partiti al mattino e dopo circa un’ora e un quarto di macchina siamo approdati al primo monastero, Kato (basso) Monastiri di San Giovanni Battista, costruito durante il dominio Veneziano (alla fineDSCN4520 del 1500) e aperto al pubblico solo da due anni. Tra i due monasteri questo è il meno conosciuto, il più eroso dal tempo e l’unico disabitato. Noi ovviamente abbiamo scelto tra i due di visitare questo ;-). Assieme all’altro, chiamato Piso (dietro) Monastiri di San Giovanni Evangelista o Moni Preveli (che noi abbiamo visto solo da fuori), ha avuto un ruolo fondamentale durante la Seconda Guerra Mondiale.

Dopo la disfatta della Guerra di Creta, l’avanzata delle forze tedesche provocò in tutta l’isola l’evacuazione della maggior parte delle truppe alleate e la partenza di quello che era rimasto dell’esercito greco verso il Medio Oriente. Tuttavia un gran numero di soldati inglesi, neozelandesi ed australiani furono costretti a rimanere sull’isola perché non avevano alcuna possibilità di fuggire. Anche se le forze di occupazione tedesche DSCN4507ordinarono rappresaglie molto dure contro la popolazione locale che avesse fornito rifugio alle rimanenti truppe alleate, i Monasteri di Preveli e dei villaggi vicini diventarono per molti di loro un luogo di riparo sicuro e un punto da cui poter fuggire. I monaci e la gente del posto si organizzarono coraggiosamente in gruppi a guardia dell’area, al fine di proteggere e dare sostentamento ai soldati alleati, che sono stati suddivisi in nascondigli introvabili e conosciuti solo dai locali. Grazie al loro aiuto, molti riuscirono a salvarsi e a scappare dall’isola. Capite dunque perché in tutta Creta, e non solo, questi monasteri godono ancora di un forte rispetto e di una grande devozione.

La visita al monastero basso è stata davvero molto interessante! Anche questo, come laDSCN4518 maggior parte dei monasteri qui a Creta, si trova in un luogo ameno davvero meraviglioso. Tra le sue mura diroccate e le strette scalinate, abbiamo assaporato un’atmosfera di pace, disturbata solo dal rumore del vento. Al di fuori, solo ulivi e montagne, con il tutto poi reso ancora più bucolico dalla presenza esterna di alcuni adorabili cerbiatti, di capre kri-kri e di un gigantesco tacchino che gloglottava allegramente.

DSCN4525Fatto anche quel giorno, quindi, il pieno di misticismo, ci siamo avviati verso la famosa spiaggia di Preveli. Lasciata la macchina sul parcheggio dedicato, abbiamo imboccato una ripida scalinata di roccia, che scendeva verso il mare. La camminata di per sé non porterebbe via più di 15 minuti, ma è davvero impossibile evitare di fermarsi ogni 10 scalini ad ammirare lo spettacolo sottostante. All’inizio ci si perde nel blu intenso e ipnotizzante del mare, per poi iniziare a sbirciare nella spiaggia sottostante e nelle insenature cristalline incorniciate dagli scogli. A metà della discesa è obbligatoria una tappa su un ampio terrazzino, che offre una vista indimenticabile sulla meraviglia che è questo posto nella sua interezza… IDSCN4528fiume Megalopόtamos, orlato da una fitta foresta di palme, si tuffa nel Mar Libico creando un’oasi incantata attorno al suo peculiare delta. E’ davvero raro trovare una vegetazione così “tropicale” a Creta e sono pochissime le spiagge che offrono questi scenari. Anche per noi questa è stata una “prima volta” e, come tutte le prime volte naturalmente, difficile da dimenticare e particolarmente emozionante!

DSCN4549Sappiamo per certo che questa spiaggia d’estate è abbastanza affollata, ma noi siamo riusciti a godercela senza troppe persone essendoci andati a maggio. Distesi sul morbido litorale, sotto a degli enormi pini marittimi, ci siamo rilassati per qualche ora in questo luogo davvero impareggiabile. Ci siamo anche addentrati un po’ nel palmeto e la passeggiata dobbiamo dire che merita molto: è stranissimo sapere di essere a Creta, ma avere l’impressione di trovarsi in una foresta tropicale. Quello che ti fa tornare alla realtà è il tentativo di bagnarsi un piede nel fiume…l’acqua è davvero ghiacciata!! Anche il bagno in mare infatti è stato decisamente impegnativo, visto che il Megalopόtamos sfocia proprio lì… forse nel mezzo della calura estiva sarebbe stato più facile e soddisfacente immergersi!

Anche questa giornata è trascorsa in modo super piacevole e i nostri amici sono stati molto contenti di averci seguito fin qui… Certo, la ripida scalinata che all’andata era in discesa, al ritorno ci ha messi a dura prova, però Creta è anche questo!

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Festo: la Creta minoica più sconosciuta

Tutti conosciamo la storia e la leggenda del palazzo minoico di Cnosso, del Re Minosse e del Minotauro imprigionato nel labirinto. Per molte persone, noi compresi, questa è stata ed è una delle prime cose che si visita qui a Creta ed è giusto DSCN4408che sia così! Ma noi oggi vogliamo raccontarvi del “fratellino” del palazzo di Cnosso, il classico eterno secondo che nessuno ricorda o conosce, ma che una volta scoperto e conosciuto fa perdere la testa! Stiamo parlando del Palazzo di Festo, Φαιστός (Faistos) in greco.

 

Situato a 60 km a sud di Heraklion e a 140km da casa nostra, questo palazzo rappresentò la seconda città palaziale più importante della Creta minoica, governata, secondo la leggenda, da Radamante, fratello di Minosse e figlio di Zeus. La struttura del palazzo (quel che ne resta) è molto molto simile a quella di Cnosso, ma ciò che lo rendeDSCN4410 davvero unico ed imperdibile è la sua autenticità e la sua atmosfera avvolta dal mistero. Infatti, a differenza del fratello maggiore, Festo è stato portato alla luce senza subire alcun tipo di ricostruzione e in questo, dobbiamo dire con fierezza, la mano dei ragazzi della Scuola Italiana di Archeologia si vede ;-). Gli scavi, capeggiati dagli archeologi Luigi Pernier e Federico Halbherr, cominciarono nel giugno del 1900 e riportarono alla luce i resti di diversi palazzi che nei secoli sono stati protagonisti di quest’area. Il primo palazzo infatti risale al 2000 a.C.. A questo susseguirono due crolli e due ricostruzioni, a causa di terremoti ed altri cataclismi naturali. Dal 1450 a.C., per secoli, la città di Festo rappresentò il centro nevralgico della meridionale Piana di Messarà. L’ultimo palazzo resistette fino al II sec. a.C., quando la città venne sconfitta dalla romana Gortina.

Il fatto che sia meno conosciuto rispetto a Cnosso, non avvolto da leggende straordinarie e privo di ricostruzioni, da visitatori l’abbiamo visto come un gran pregio, DSCN4422in quanto stimola molto l’immaginazione e la fantasia, oltre a non essere mai troppo affollato di gente. Noi ci siamo davvero goduti molto l’atmosfera quasi magica in cui entri una volta “aperte le porte” del palazzo. Prendiamo, ad esempio, il Cortile Centrale, oggi uno spazio aperto, enorme e indefinito, allora il cuore pulsante della città e centro di ogni attività politica, religiosa, sociale ed economica. Quando ti trovi nel mezzo di questo cortile e attorno a te c’è solo un silenzio irreale e i pochi resti di un’epoca lontana e grandiosa, a quel punto è a dir poco stimolante immaginare che 4000 anni fa,DSCN4412 invece, quello stesso suolo brulicava di gente, spettacoli, voci, commercianti, cerimonie e che tutt’attorno esistessero colonnati, portici, balconi affollati di persone che guardavano lo svolgersi delle attività quotidiane. Proseguendo nella visita poi è divertente figurarsi il re e la regina che si lavano, si pettinano o litigano negli
Appartamenti Reali, o il pubblico che assiste a chissà quale spettacolo sui gradini di quello che dicono essere il primo Teatro mai costruito al mondo. Tutto ciò poi è DSCN4449incoraggiato dal paesaggio in cui è immerso: da un lato la sconfinata Piana di Messarà, con i suoi ulivi, fiori di ogni specie e campi coltivati, dall’altro l’imponente e ancora innevato Monte Psiloritis (o Monte Ida), il più alto di tutta Creta (2.456m).

Come se non bastasse già tutto questo a rendere questo posto speciale, anche qui troviamo una dose di leggenda , legata al famoso Disco di Festo, ritrovato dagli archeologi all’interno dei magazzini del palazzo e conservato ora nel Museo di Heraklion. Questo disco di terracotta, inciso fronte e retro con 241 timthumbsimboli a spirale simili a geroglifici, ancor oggi non è stato decifrato ed è avvolto in un’aura di mistero. Alcuni dicono che fosse legato a dei riti religiosi o magici, altri che addirittura sia un falso, fatto sta che un’interpretazione credibile e fondata non c’è ancora (CLICCA QUI per un approfondimento sull’antica civiltà cretese).

Oltre al palazzo, merita una visita veloce anche la selvaggia spiaggia di Kommos che dista da lì 15 minuti di macchina, dove sono presenti alcuni sparuti resti di quello che sembra essere stato uno degli antichi porti di Festo.

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A quel punto, noi ci siamo avviati verso casa e per pranzo (alle ore 15:30, come i veri cretesi!) ci siamo fermati in un caratteristico villaggio dell’entroterra, ai piedi delle montagne, chiamato Spili. Nel grazioso centro storico, circondata da maestosi platani, stretti viottoli e casette da fiaba, si erge la bellissima fontana veneziana, restaurata, con le 19 teste DSCN4473di leone che erogano un’acqua considerata da molti la più buona dell’isola (possiamo confermare!!). La taverna modesta e tranquilla dove ci siamo fermati si chiama Stratidakis: un bel terrazzo che dà sulla vallata, piatti semplici e molto gustosi, preparati e serviti dall’anziano proprietario dallo sguardo buono e malinconico. Approved 😎 !!

Anche oggi possiamo dire: “giornata top!”. Come sempre Creta non ci ha delusi…alla prossima!!

Lissos e Sougia: tra Antica Roma e baie da sogno

Eccoci qui, come promesso, anche se con qualche settimana di ritardo, per raccontarvi una stupenda escursione che abbiamo fatto a metà ottobre con i nostri amici. Laura e Carlo sono venuti a trovarci dal 12 al 19 ottobre ed hanno trovato una settimana a dir poco estiva! Per questo amiamo Creta così tanto: la bella stagione dura tantissimo e anche d’inverno le temperature minime non vanno mai sotto i 9-10°… capite perché l’abbiamo scelta come nostra nuova casa ;-)??!

Ma torniamo alla nostra giornata dedicata ancora una volta alla scoperta della seducente costa sud-ovest dell’isola. Siamo partiti in macchina per arrivare in circa 1 ora e 40 minuti alla spiaggia di Sougia, dove abbiamo parcheggiato e dove ci saremmo soffermati più a lungo alla fine della giornata.

DSCN3520Da qui è partita la nostra esaltante passeggiata lungo un affascinante e variegato tratto montagnoso del sempre mitico sentiero europeo E4, che è iniziato con la gola di Ai Kyrkos (CLICCA QUI per uno splendido racconto sul sentiero E4). 

Il percorso per arrivare ai meravigliosi resti archeologici di Lissòs e all’indimenticabile baietta di Ai Kyrkos ha richiesto una camminata di circa un’ora e mezza. Nonostante i 30° gradi della mattinata ed i tratti a volte impervi da attraversare, dobbiamo dire che è DSCN3534uno dei più bei tragitti che finora abbiamo attraversato qui a Creta. La sua bellezza sta nella varietà del paesaggio, che passa dal canalone tipico della gola, al sentierino impervio che passa tra pini e arbusti, a pianure con bassi cespugli che ricordano i paesaggi lunari. Ad un certo punto poi, si arriva sulla cima dell’altopiano e lì si apre una vista d’incanto su tutta la piana archeologica e sulla minuscola baia cristallina di Ai Kyrkos. In quel momento inevitabilmente ti chiedi: “Ma che posto pazzesco è questo??”.

DSCN3545Anche noi infatti siamo rimasti più di qualche minuto a goderci questo panorama surreale, per poi scendere uno stretto sentiero fatto di piccoli tornanti che ci avrebbe condotto alle meraviglie viste prima dall’alto. E così siamo giunti al sito romano di Lissòs, uno dei più importanti di tutta Creta. La parte più interessante e conosciuta di questo complesso archeologico è sicuramente ciò che resta del Tempio di Asclepio. Attorniato da una bassa costruzione, il pavimento centrale del tempio colpisce per lo splendido mosaico (presumibilmente del I sec. d.C.) raffigurante DSCN3565per lo più motivi geometrici ed una grossa quaglia. La cosa più incredibile di questo posto è che tu arrivi, dopo una lunga camminata, sei nel nulla più assoluto, circondato solo da pareti rocciose, carrubi, ulivi secolari e pecore; ad un certo punto ti trovi davanti quasi per caso, a cielo aperto, ad un capolavoro dell’uomo che ha più di 1000 anni e che ha resistito per tutto questo tempo alle intemperie, ai diversi popoli, agli animali, ai terremoti e a chissà cos’altro! Diteci voi se questo non è un miracolo! Ma non c’è solo quello: in tutta la piana c’è tanto altro di quest’antica città. Un’intera 20141015_124458necropoli, con decine di tombe ad arco posizionate sulla parete di una collina, sembra quasi volerci dire che la morte domina su tutto il resto e che solo l’assordante silenzio di questo posto sia davvero in grado di portarle il rispetto che merita. Per non parlare dei pezzi di colonna e capitelli sparsi per tutta l’area e sui quali inciampi facilmente!

A completare l’armonia di questo paesaggio, troviamo infine la cappella di Ai Kyrkos, a sinistra del tempio e l’incantevole chiesetta della Panagia (Vergine Maria), a pochiDSCN3602 metri a ovest dalla spiaggia. La particolarità di quest’ultima sta nel fatto che si trovano incastonati nelle sue mura, dei blocchi di marmo ricavati da un antico sarcofago, uno DSCN3628dei quali rappresenta una bellissima testa di Medusa rovesciata.

L’essere arrivati a vedere la chiesa della Panagia, vuol dire essere arrivati al mare… finalmente!! Il colore tendente allo smeraldo, i ciottoli chiari e levigati, la trasparenza DSCN3635irreale di queste acque che mai finiranno di meravigliarci… una degna conclusione di questa memorabile esperienza!

Siamo rimasti qualche ora a goderci il sole e il mare di questa baia, ogni tanto guardandoci alle spalle e ripercorrendo volentieri con la mente il percorso fatto (che visto da giù fa più paura di quello che è in realtà!).

Verso le 16:30 la barchetta ancorata a qualche metro dalla spiaggia ci ha riportati in 10 minuti al piccolo porto di Soùgia. Naturalmente non poteva mancare un ultimo bagno di congedo in questa ampia, attrezzata spiaggia dai DSCN3659ciottoli scuri, molto amata dai cretesi e davvero ideale per passare un’intera giornata di relax con famiglia e amici.

Per concludere, ci teniamo particolarmente a ringraziare Laura e Carlo che, oltre ad essere venuti a trovarci ben due volte quest’anno, hanno anche sempre accolto con entusiasmo le nostre proposte, dimostrando di essere il tipo di viaggiatori che noi stimiamo di più… grazie amici!

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Clicca sulla mappa per scoprire dove si trovano le mete di questo articolo

Spina e Paleochora: giornata “mari e monti”

DSCN3400L’autunno cretese ci sta riservando un sacco di belle sorprese: giornate dalle temperature estive, cari amici in visita, nuovi posti da visitare ed ottime taverne da provare! E così ad ottobre stiamo collezionando giornate indimenticabili in giro per il nostro microcosmo! Oggi vogliamo raccontarvi di una gita originale che abbiamo fatto con Laura e Carlo, i nostri due amici che avevate già trovato in alcuni nostri articoli a maggio.

Grazie all’amicizia che abbiamo stretto in questi mesi con alcune famiglie del posto, abbiamo potuto trascorrere assieme a loro una mattinata da veri cretesi, sulle DSCN3409montagne dell’entroterra occidentale. Meta della gita: Spìna, un minuscolo villaggio che probabilmente non conta più di 10 anime. Scopo della gita: raccolta delle castagne!! Naturalmente, noi siamo stati invitati là da queste famiglie e quindi abbiamo potuto raccogliere le castagne dai terreni di loro proprietà. Questo per dire che sconsigliamo vivamente di avventurarsi da soli per lo stesso fine, in quanto potreste scontrarvi con l’ira di qualche proprietario di castagneti che non gradirebbe la vostra intrusione!!

Abbiamo lasciato l’auto al villaggio e da lì abbiamo proseguito a piedi su una strada DSCN3405sterrata per circa mezz’ora. Il paesaggio e l’atmosfera attorno a noi erano incredibili: il sole che si faceva largo tra i rami di castagni giganti e pini, l’aria frizzantina di montagna, rapaci di ogni specie che sorvolavano il cielo, profumi di sottobosco come non li sentivamo dall’epoca della nostra infanzia, quando le castagne andavamo a raccoglierle con i nostri genitori sui Colli Berici. Ed è stato proprio questo tuffo nel passato e nei valori più semplici e autentici spesso dimenticati, che ci ha fatto apprezzare ancora di più questa mattinata così diversa dalle nostre usuali. Certo, bisogna dire che anche la DSCN3427quantità immensa e le dimensioni spropositate dei polposi marroni che abbiamo trovato una volta arrivati in cima, hanno contribuito alla nostra gioia infantile! All’ombra di quegli enormi castagni, immersi nel silenzio della montagna, abbiamo così iniziato la nostra raccolta e ci siamo portati a casa un bel bottino da 6kg! La sera stessa un chilo è finito in forno e nelle nostre pance…che bontà infinita :-)!!!

Tornati alla macchina con 2 sacchetti belli pieni, abbiamo preso la strada in direzione20141014_120905 sud e per la precisione verso la conosciutissima città costiera di Paleòchora. Arrivati a destinazione verso mezzogiorno, sotto un sole d’ottobre che portava la colonnina di mercurio a 30°, abbiamo fatto due passi nel caratteristico centro cittadino ed una piacevole sosta al bar per una birra bella ghiacciata. Dopodiché siamo saliti sulla collina che si trova sulla punta della stretta penisoletta su cui si erge la città. Qui si trova la fortezza di Castel Selino, costruita a scopo difensivo dal duca di Creta intorno al 1280 e in seguito restaurata. Da questo punto, si gode di un meraviglioso panorama sul mar Libico, che bagna Paleochora sia ad est che ad ovest dei suoi confini cittadini.

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A quel punto era arrivata la tanto agognata ora di pranzo! Affamatissimi, abbiamo deciso di provare una tavernetta a pochi metri dalla spiaggia che si distingueva dalle altre poichè portava l’insegna: Ristorante “Il terzo occhio” – Cucina vegetariana. La DSCN3472nostra curiosità è stata ben ripagata, in quanto abbiamo mangiato davvero benissimo! Ci hanno proposto un bel mix di piatti e culture: dalla cucina greca rivisitata con qualche tocco personale dello chef a quella indiana con curry, riso basmati e verdure. Posto consigliatissimo!!!

Il pomeriggio ovviamente non potevamo che passarlo spaparanzati sulla lunga spiaggia sabbiosa di Paleochora, godendoci decine e decine di magnifici bagni! D’altronde, una delle cose che più ci entusiasma di Creta è l’estrema varietà del suo paesaggio. Nel giro di pochi chilometri infatti, ci si trova prima in montagna tra goleDSCN3475 imponenti e conifere, poi su vaste pianure cosparse di ulivi e vigneti, poi tra cespugli spinosi e pietre aguzze e subito dopo….al mare!!!! In un’intera giornata si può sempre facilmente unire un’escursione in montagna, una visita ad un sito archeologico e un rigenerante tuffo in mare…niente ti può dare più soddisfazione!!

Vi è piaciuta la nostra prima giornata “mari e monti” di ottobre? A breve ne seguiranno altre, sempre su questi schermi…continuate a seguirci ;-)!

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Gola di Samaria: il gigante cretese

Dopo avervi allietato l’estate con alcune tra le più belle spiagge dell’isola, oggi vi raccontiamo la nostra ultima straordinaria escursione, immersi nell’altra faccia di Creta: la montagna.

Avete mai sentito parlare delle Gole di Samarià? Probabilmente sì, visto che si tratta delDSCN2920 canyon più lungo di tutta Europa e di una delle più grandi meraviglie naturali di quest’area del mondo. Sabato scorso, quindi, assieme al nostro grande amico Fernando, che in questi giorni è venuto a trovarci con Elena e la loro bambina, Asia, ci siamo avventurati in quella che si è rivelata una delle esperienze più entusiasmanti della nostra vita!

DSCN2925Siamo partiti da Chanià con l’autobus delle 7:45 per Omalos, che in realtà prosegue fino a Xyloskalo, da dove parte a tutti gli effetti l’escursione. Dopo aver pagato l’ingresso di 5€ per il Parco Nazionale di Samaria (fondato dal 1962), armati di acqua, panini e tanta energia, siamo partiti! L’escursione in questa gola, infatti, non è proprio per tutti: lunga 16km, la sua traversata richiede circa 6 ore di cammino, considerando qualche pausa per bere, mangiare ed andare in bagno. Il percorso è quasi totalmente in discesa: si parte da circa 1200m di altezza (a Xyloskalo) e si arriva alla costa meridionale dell’isola, ad Agia Roumeli. Ogni 2-3km ci sono fonti d’acqua fresca, bagni e zone ristoro con tavoli e panchine dove potersi risposare o consumare il pranzo al sacco.

La nostra camminata è cominciata con un sentiero ripido e tracciato che ha messo da DSCN2926subito alla prova le nostre gambe. Circa un’ora, quindi, è servita per scendere giù fino al letto della gola, circondati da pini secolari e da panorami mozzafiato su tutta la vallata. Proseguendo, la strada si è rivelata più “fantasiosa”, poichè scavata sull’alveo di un fiume che d’inverno si riempie d’acqua. Pietre giganti, alberi con tronchi dalle strane forme, pareti rocciose più o meno levigate dal vento e piccoli corsi d’acqua da attraversare. Ma l’incontro più piacevole di quei primi chilometri è stato DSCN2969senza dubbio quello con uno degli abitanti di questa gola e di queste montagne: la mitica capra selvatica Kri-Kri, razza endemica di Creta. Gli esemplari che girano nella zona, probabilmente abituati al flusso di visitatori che la gola attira ogni giorno, si fanno avvicinare facilmente: sembrano proprio degli stambecchi in miniatura e i loro piccoli sono la cosa più tenera del mondo!

A circa metà strada siamo arrivati al vecchio villaggio di Samarià dove, fino all’apertura DSCN3007del parco nel ’62, vivevano i suoi abitanti. Incredibile pensare che lì potesse davvero viverci qualcuno! Approfittando della zona attrezzata di bagni e tavolini all’ombra, ci siamo mangiati un panino e abbiamo rilassato un po’ le stanche membra che, dopo circa 2 ore e mezza di camminata, cominciavano ad avere i primi cedimenti…

DSCN3054Temerari e decisi ad arrivare quanto prima al mare, siamo ripartiti dopo circa mezz’ora di sosta. Il paesaggio attorno a noi cambiava continuamente e questo ha reso la passeggiata varia ed emozionante. Camminando in mezzo a pareti di roccia alte centinaia di metri e ad alberi secolari che crescono incredibilmente in quella stessa pietra, ci sentivamo davvero tanto tanto piccoli. In quel luogo, in ogni istante qualcosa ci dimostrava e ricordava l’assoluta supremazia della Natura sull’uomo. Pensate che le DSCN3066Gole di Samarià, assieme al parco nazionale di Olimpo, sono le uniche aree protette della Grecia ad essere incluse nel MAB Network, ossia il programma “Man and Biosphere” dell’UNESCO. Sarà per questo che qui vivono in assoluta tranquillità quasi 500 specie di piante ed animali, di cui 70 circa endemiche di Creta.

DSCN3074Dopo quasi 5 ore di scarpinata, ecco che finalmente siamo giunti al punto più conosciuto di questa gola, le “Porte di Ferro” (Σιδερόπορτες). Questo passaggio è famoso per essere il più stretto di tutto il canyon. Infatti, dopo chilometri di spazi molto ampi (fino a 150m di larghezza), si trova questo pertugio largo solo 3 metri, i cui confini sono delimitati da due pareti rocciose alte 600 metri…da mozzare il fiato!

Dopo le porte, ormai il peggio era passato! Arrivati in fondo al percorso, ci siamo fermati ad un chiosco dove chiedono di esibire il biglietto d’entrata e ci siamo incamminati per l’ultimo assolatissimo tratto di selciato che ci separava dal mare. Dopo DSCN3121una ventina di minuti, ecco apparire all’orizzonte un miraggio, la nostra “oasi nel deserto”: il Mar Libico!! Nonostante l’infinita stanchezza e il dolore ai polpacci, abbiamo accelerato il passo e in quattro e quattr’otto eravamo immersi nelle freschissime e cristalline acque di Agia Roumeli, increduli di essere davvero arrivati alla fine! E in questo posto dalla bellezza irreale, con la sabbia vulcanica e i ciottoli neri come la pece, abbiamo passato due ore di puro e meritato relax.

DSCN3124Alle 17:30 abbiamo preso l’ultimo traghetto per Hora Sfakion, dove, alle 18:30 è partito l’ultimo autobus per Chania. Anche in quell’ora di traghetto, Creta ci ha offerto degli angoli di paradiso, con il suo mare di un blu mai visto e la maestosità dei Monti Bianchi (Λεφκά Όρι) che gli facevano da cornice.

Che dire di più di quest’esperienza…le foto parlano da sole, no?

A chiunque abbia un po’ di buona volontà, gambe buone e amore per la natura, questa è una giornata che straconsigliamo e che, senza dubbio, porterete dentro per sempre!

Ciao a tutti!

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A caccia di sale marino

Sapete cos’è che a nostro parere rende Kalamaki, la località dove si trovano molti degli alloggi che gestiamo, davvero speciale e adatto a tutti? L’ estrema vicinanza al mare naturalmente!

DSCN2828Questa mattina, armati di sacchetti ermetici, scarpette da scogli e materassino, siamo andati alla piccola spiaggia di Kalamaki. Ma il nostro obiettivo, questa volta, non era rimanere stesi al sole sul bagnasciuga, bensì eravamo in missione: procurarci un bel mucchietto di sale marino!

Dovete sapere che, da quando viviamo qui, noi non abbiamo più comprato un solo grammo di sale al supermercato perchè il mare generosamente lo dona a chiunque sia disposto a fare un po’ di fatica…e ne vale la pena, ve lo assicuriamo! Il sale marino grezzo è un’altra cosa rispetto a quello che ci vendono in negozio! Il sapore è 10 volte più intenso e, soprattutto, si tratta di un prodotto al 100% naturale! Si sa, il sale non fa bene alla salute, però è quasi impossibile riuscire a eliminarlo completamente dalla nostra cucina. A questo punto, quindi, noi pensiamo sia meglio limitare il danno, consumandolo nella sua forma più autentica, senza lavorazioni di nessun tipo.

Ma torniamo alla nostra missione…isolotto

Arrivati alla spiaggia, entriamo in acqua e attraversiamo circa 250m di mare
limpidissimo e liscio come l’olio per arrivare alla nostra meta: un isolotto composto solamente da grandi scogli che si staglia all’orizzonte davanti agli occhi dei bagnanti di Kalamaki. L’ora è perfetta: sono le 9:30 del mattino e siamo soli nella nostra Isola del tesoro!! Ci guardiamo indietro e vediamo in lontananza la nostra amata spiaggetta. Soddisfatti della nostra traversata, iniziamo ad esplorare l’area.

DSCN2781Dopo pochi passi, ci troviamo di fronte a tutto ciò che speravamo di trovare: una bella distesa di sale marino despositatosi, dopo l’andirivieni delle maree, in quelle che sembrano delle vaschette naturali scavate nella roccia! Senza perdere altro tempo ci mettiamo subito al lavoro e iniziamo a riempire le nostre saccocce. Una volta terminato, contenti del bottino recuperato, ci rendiamo conto che il sole picchia già fortissimo a quest’ora del giorno e così decidiamo di farci un tuffo in piscina…sì sì, avete letto bene: piscina! Pochi metri più in là, infatti, alla fine dell’isolotto, si nascondono due DSCN2790vere e proprie vasche naturali, formatesi tra i sassi, dall’acqua davvero invitante…e dunque un tuffo è d’obbligo! Restiamo qualche minuto in ammollo, circondati da piccoli pesci curiosi e dalle deboli onde del mare che si infrangono al di fuori, “a bordo piscina” ;-).

Che esperienza esaltante ragazzi! E dovreste poi provare questo sale sui cibi!

DSCN2819E’ semplice: una volta portato a casa, basta lasciarlo asciugare al sole per qualche giorno e togliere pazientemente i sassolini rimasti e altre eventuali impurità. Dopodichè non resta che mangiarlo: il condimento più ecologico e saporito del mondo!

Sappiamo che oggi non vi abbiamo portati in giro come facciamo di solito, ma ci auguriamo che abbiate potuto apprezzare assieme a noi un’esperienza interessante e diversa dal solito!

Buon appetito a tutti ;-)!

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Glika Nera, Loutro e Finikas: l’aspro e poetico Sud

Chi ci segue anche su Facebook ha già potuto vedere qualche foto di anticipazione a questo post perché sì, l’avrete capito, ci piace un sacco incuriosirvi e tenervi un po’ sulle spine!

Da molto pensavamo a questa gita e finalmente ci siamo decisi a farla! Dalla zona nord-ovest dove abitiamo, ci siamo avventurati nella costa opposta, a sud-ovest, dopo aver percorso per circa un’ora e mezza l’entroterra montagnoso, aspro e affascinante che si apre sotto Chanià.

Hòra Sfakìon (o Sfakià) è il villaggio che abbiamo raggiunto per primo ed è dove abbiamo lasciato per tutto il giorno l’ auto, poiché non ci sarebbe più servita…

Infatti, questa zona costiera di Creta vanta le spiagge tra le più selvagge, solitarie, difficili da raggiungere e dalla bellezza incontrastata ed incontaminata di tutta l’isola!

Prima di tutto abbiamo deciso di approdare a Glikà Nerà, meravigliosa e tanto decantata baia, raggiungibile solamente via mare o a piedi. Da Sfakià abbiamo preso dunque il battello delle 10:15 diretto a Loutrò, secondo le indicazioni del “barcarolo” stesso, un “aitante” greco DOC, con codino, barba nera come la pece e canotta troppo stretta per contenere le abitudini culinarie di un’evidente buona forchetta!

DSCN2491Sfortuna ha voluto che ci beccassimo un mare bello mosso quella mattina, tanto da rendere a dir poco umidi quei 10 minuti di traversata per arrivare a Glikà Nerà… beh, poco male, visto che di lì a poco avremmo comunque fatto il bagno, no??!

In ogni caso, avvicinarsi a quella meraviglia e godersi lo spettacolo che la Natura ci ha offerto, ha fatto dimenticare in un attimo la doccia salata di qualche secondo prima. Un’alta e maestosa parete rocciosa dei Lefkà Ori (Monti Bianchi) fa da sfondo ad una stretta lingua di ciottoli che si immerge in un’acquaDSCN2499 dalla trasparenza irreale e dagli splendenti blu e verde smeraldo!

Non abbiamo esitato un solo secondo e, dopo essere scesi sul minuscolo imbarcadero/tavernetta galleggiante, abbiamo steso i nostri asciugamani e ci siamo goduti un fantastico bagno! L’atmosfera era molto rilassante e le persone che giravano erano sicuramente originali e variegate. Abbiamo visto ragazzi con tende piantate sulla spiaggia e panni stesi al sole, escursionisti in costume che scendevano dalla montagna con pedule e zaini giganti e, DSCN2529naturalmente, non potevano mancare i nudisti! Troppo bello, davvero! Ci saremmo soffermati lì tutto il giorno solo per osservare la gente!

Ma torniamo a noi perchè non vi abbiamo ancora detto una cosa importante, ossia perché questo posto si chiama Glikà Nerà, che significa “acque dolci”. Ebbene, il nome è dovuto proprio alle freschissime acque dolci che, direttamente da una sorgente sotterranea, sgorgano tra i ciottoli della spiaggia per poi tuffarsi in mare! Passeggiando, infatti, si notano proprio queste pozze tra i sassi e nel mezzo si vede lo zampillo d’acqua, assolutamente potabile, che fuoriesce dal DSCN2522terreno. Per questo, infatti, è stata installata una doccia, funzionante con un pannello fotovoltaico, che dona il prezioso e dissetante liquido ai bagnanti che vogliono bere o semplicemente sciacquar via il sale marino dalla pelle.

Dopo un paio d’ore rilassanti ed un ultimo sguardo sognante a questo piccolo paradiso, abbiamo lasciato Glikà Nerà. Salendo sull’immancabile barca Delfini, abbiamo raggiunto in circa 10 minuti il villaggio di Loutrò.

DSCN2631Qual è il modo migliore per descrivervi la poesia e la magia che avvolgono questo porticciolo isolato dal mondo? Non è facile, davvero, perchè bisogna vederlo coi propri occhi per capire. Disposto su una baia a mezza luna, il villaggio è composto da non più di 20-30 strutture, divise tra case, vecchi edifici pubblici e piccoli hotel. Il colpo d’occhio è pazzesco perché si vedono tutte queste casette praticamente uguali, tutte bianche, dal tetto piano e con i balconi del color del mare! A cosa somiglia Loutrò? Ve lo diciamo noi: ad un presepe! Avete presente a Natale, quando allestite il paesino dietro la grotta delDSCN2562 Bambin Gesù?? Ecco, uguale!! Anche in questo caso c’è un motivo per il nome Loutrò, che significa “bagno”, e anche qui giocano un ruolo fondamentale le molte sorgenti ritrovate in quest’area, la cui acqua arrivava fino al vicino villaggio di Anopoli.

Dopo esserci goduti un pacifico pranzetto in una della tante taverne del lungomare (13 € in 2… non smetteremo mai di stupirci!), abbiamo voluto raggiungere un’ultima tappa: Fìnikas (o Finix, o Phoenix).

Questa volta, però, ci siamo detti :”Gambe in spalla e via, si va a piedi!”. Senza nascondere una certa emozione e un po’ di orgoglio, abbiamo così imboccato un tratto DSCN2577di E4, uno degli 11 sentieri tracciati che attraversano l’Europa (CLICCA QUI per uno splendido racconto sul sentiero cretese E4).  Tante volte ne avevamo sentito parlare, avevamo letto racconti a riguardo ed ancor oggi sogniamo di percorrere interamente la tratta cretese, 500 km da est a ovest (e prima o poi lo faremo!!). Per il momento, comunque, possiamo dire di averlo calpestato per qualche chilometro! Da Loutrò abbiamo superato la prima spiaggetta di Fìnikas (raggiunta in circa mezz’ora) e siamo arrivati fino alla seconda, impiegando altri 15 minuti circa: spiaggia molto aspra, con scogli e ciottoli, presenza di un piccolo hotel ed unDSCN2606 paio di taverne, ambientazione perfetta per chi ama un’atmosfera selvaggia e una solitudine completa (se non considerate le capre come una compagnia!!).

Tornando indietro, decisamente bisognosi di un bagno rigenerante, ci siamo fermati alla prima baietta: piccola, sassosa, molto carina, con un paio di hotel bianchi e blu che la incorniciano. Nonostante le acque davvero fredde, ci immergiamo per qualche minuto, per poi riprendere armi e bagagli e risalire la montagna. Passando nuovamente attraverso le sparute, ma suggestive rovine DSCN2582dell’antica città di Finikas, ci siamo incamminati con calma verso Loutrò. In prossimità del paese, ci siamo goduti un’ultima volta la sua vista dall’alto ed abbiamo fatto un pieno di bellezza, prima di prendere il battello che ci ha riportati ad Hora Sfakion e quindi alla nostra auto.

Ah, che spettacolo questo Sud ragazzi!

Speriamo di non avervi stancati troppo con questo racconto così lungo… ma speriamo anche di avervi trasmesso almeno un pizzico di quest’incanto e di aver portato nelle vostre case e nei vostri uffici un po’ di sole cretese!

A presto!

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