Jeep Safari a Creta: un’escursione fuori…strada!

Come sapete, a noi piace andare sempre a caccia di nuove esperienze e nuovi percorsi, sia per soddisfare la nostra sete di conoscenza e la nostra curiosità, sia per poter dare a voi viaggiatori ed amici che ci venite a trovare interessanti ed alternativi spunti per la vostra vacanza. Quella che vi raccontiamo oggi è un’escursione fuori dall’ordinario, a bordo di un fuoristrada Mitsubishi Pajero da 7 posti, guidato dal simpatico Nassos che, oltre ad essere un buon autista, si è rivelato anche un’ottima guida (in lingua inglese), conoscitore dell’isola, delle sue tradizioni e della sua natura.

Verso le 9 del mattino è passato a prenderci sotto casa e subito dopo la stessa cosa ha fatto con una ragazza canadese e una coppia di norvegesi che alloggiavano qualche km più ad ovest. Per la prima mezz’ora abbiamo attraversato una strada secondaria molto bella, costellata di aranceti e piante di avocado, immersa nel verde e nella tranquillità. Lungo il tragitto, Nassos ci ha spiegato alcune cose sulla coltivazione locale di questi frutti e sulla loro vendita. Imboccata la gola di Thèriso o di Elefthèrios Venizèlos, ci siamo fermati ed abbiamo proseguito a piedi per circa un quarto d’ora per poter godere della frescura di quella zona, della meravigliosa natura circostante e della compagnia delle scattanti caprette cretesi. Risaliti in macchina, siamo giunti al caratteristico villaggio di Therisso, molto amato dagli abitanti di Chanià, sia per la bellezza e la tranquillità del luogo, sia per quello che storicamente rappresenta. Nassos ci ha raccontato infatti che qui, nel 1905, ebbe luogo la Rivoluzione Cretese che portò Creta, al tempo stato indipendente, ad unificarsi alla Grecia. La rivoluzione fu iniziata da un gruppo appassionato di cretesi, guidati dall’allora giovanissimo e intraprendente Elefthèrios Venizèlos. Costui, successivamente, fu nominato Primo Ministro greco per ben 7 volte consecutive, guadagnandosi, grazie al suo operato e alla sua grande personalità, il rispetto e l’ammirazione di tutto il popolo greco, fino ai giorni nostri. Oggi lo considerano, infatti, il personaggio storico più importante della nazione dopo gli Antichi Greci.

Dopo una breve passeggiata per il centro del villaggio, abbiamo fatto sosta in una delle tipiche taverne presenti in loco per uno spuntino tutto cretese, a base di pomodori freschi, formaggio di pecora locale (gravièra), olive e crostini all’orzo (paximàdia). Il bello però doveva ancora arrivare. La nostra meta principale, infatti, non ve l’abbiamo ancora svelata. Dopo esserci rimessi in strada con la nostra jeep, dopo circa 15 minuti, ci siamo immessi in una stradina sterrata che solo con un mezzo come quello su cui viaggiavamo si poteva attraversare. Per circa 20-30 minuti, lasciandoci alle spalle ogni segno di vita e di insediamento umano, abbiamo “ballato” su questo percorso “off road” davvero straordinario. Di lì a poco ci si è parato davanti un panorama pazzesco, con delle splendide montagne, una vegetazione completamente diversa rispetto a quella di mezz’ora prima, una vista sconfinata sul mare e sui paesi della costa. Tutto questo per giungere dove tutti aspettavamo con ansia di arrivare: al rifugio dei pastori cretesi. Nassos ci ha introdotto alla spiegazione del posto dicendo: “Premetto che non siamo arrivati in Afghanistan o in Pakistan, ci troviamo sempre a Creta, in Europa”. In effetti, la sensazione era proprio quella di essere stati catapultati a casa dei pastori nel bel mezzo di una sperduta regione afghana o qualcosa di simile. In quest’area esistono ancora 3 di questi rifugi, costruiti solamente con le pietre ed i materiali presi dal terreno circostante. Qui, alcune famiglie del luogo, si tramandano da centinaia di anni le tecniche, i segreti e l’amore per la pastorizia, per le loro 700 pecore e per la creazione e la lavorazione dei formaggi tradizionali cretesi: il gravièra, la mizìthra e l’anthòtiro. Arrivati in loco, abbiamo visitato uno di questi minuscoli rifugi, il cui nome tradizionale greco è Mitàto. All’interno di questo, ogni estate, i pastori si trasferiscono per un periodo da va da 1 a 3 mesi, e lavorano, controllano e custodiscono con cura i loro deliziosi formaggi durante il periodo di stagionatura, per poi venderli solo ed esclusivamente a poche e fortunate famiglie di amici e conoscenti. Ogni mattina, verso le 8, attirano lì con del cibo extra il loro folto gregge che per tutto il giorno e la notte precedenti hanno pascolato e vagabondato per le montagne circostanti. Dopo averle fatte mangiare, le spingono verso un percorso obbligato che le porta dritte sotto ad una copertura di legno, al punto in cui il pastore le munge ad una ad una. Nassos ci ha spiegato che per fare ciò, lui usa ancora la tecnica tradizionale. Si piega ad angolo retto in direzione del gregge, la pecora passa sotto le sue gambe, lui la blocca tra le ginocchia e la munge. Per non affaticare troppo la schiena, si sostiene il busto con un copertone sgonfio appeso ad una corda che pende dal soffitto: un rudimentale, ma utilissimo brevetto :-D! Una volta finito, le pecore possono dissetarsi con l’acqua sorgiva che i pastori raccolgono per loro in alcune vasche e riprendere poi il loro pascolo sulle montagne! Queste sono solo alcune delle interessantissime informazioni che la nostra guida ci ha fornito durante la visita. Il luogo, situato nel bel mezzo del nulla, è davvero incredibile e sembra possedere un’anima propria.

Dopo aver scattato qualche bella foto, quasi a malincuore, abbiamo dovuto lasciarlo, ma il pensiero di tornare a Therisso per goderci un fantastico pranzo a base di piatti tipici ci ha sicuramente tirato su il morale. Una volta riempita la pancia, a pochi metri dalla taverna, abbiamo visitato il piccolo museo di Elefthèrios Venizèlos, allestito all’interno dell’edificio che, al tempo della rivoluzione, fu il suo quartier generale. Qui si può vedere la bandiera originale utilizzata dai rivoluzionari nel 1905.

Lasciato Therisso, ci siamo fermati prima ad una sorgente naturale di acqua, all’altezza di Mesklà, e poi al villaggio di Vatòlakkos dove abbiamo potuto visitare un altro piccolo museo, questa volta dedicato all’ “oro cretese”, l’olio d’oliva, situato all’interno di un ex frantoio del XIX secolo. Il tutto, ovviamente, sempre condito dalle ricche spiegazioni di Nassos.

Siamo stati davvero entusiasti di quest’esperienza vissuta al di fuori di qualsiasi rotta turistica. L’agenzia di Nassos propone svariate escursioni simili a questa, tutte caratterizzate da percorsi fuori strada sulle montagne e da luoghi solitari e poco conosciuti in cui si può conoscere la vera ed autentica Creta. Noi di sicuro lo consiglieremo a chi verrà a trovarci e saremo lieti di fornire maggiori informazioni in merito, nonché di mettere in contatto Nassos con chiunque fosse interessato.

Monastero di Arkadi, Museo di Eleftherna e spiaggia di Spilies: i dintorni di Rethymno

Anche voi, quando viaggiate, amate unire il relax alle visite culturali? Se siete quel tipo di viaggiatori, non potete perdervi il nostro racconto di oggi, ambientato nella regione di Rethymno. In una sola giornata siamo riusciti a visitare il Monastero di Arkadi, famoso in tutta Creta per la sua storia di sacrificio, il nuovissimo Museo di Eleftherna, il primo nell’isola ad essere integrato al relativo sito archeologico e la piccola spiaggia di Spilies, dai colori intensi e dalle onde travolgenti.

Monastero di Arkadi (Μονή Αρκαδίου)

A circa un’ora e un quarto da Chanià, andando verso est, sorge questo splendido monastero, forse il più conosciuto di tutta l’isola. La data di costruzione è incerta: alcuni la attribuiscono ad un imperatore bizantino del V secolo, altri al monaco Arkadios, nel XIII secolo. La chiesa all’interno delle mura, risalente al periodo dell’occupazione veneziana (1587), è di una bellezza unica. Con un po’ di sano orgoglio nazionale, ci teniamo a dire che i lavori di costruzione della magnifica facciata decorata hanno subito l’influenza di due architetti italiani: Sebastiano Serlio e, per nostra grande sorpresa e soddisfazione, il nostro rinomato concittadino vicentino, Andrea Palladio. Quello che però tutti ricordano maggiormente di questo luogo è il doloroso episodio accaduto l’8 novembre 1866, durante la rivoluzione cretese contro i Turchi. Circa un migliaio di cretesi rifugiati all’interno del monastero, tra cui molte donne e bambini, dopo due estenuanti giorni di resistenza al feroce assedio nemico, fecero saltare in aria la polveriera, sacrificando la loro vita per non doversi arrendere all’invasore. Non è la prima storia che sentiamo narrare sul coraggio e l’orgoglio del popolo cretese ed ogni volta ci fermiamo un attimo a riflettere sulla vita passata di queste genti che, a detta di molti, hanno concepito la culla della nostra civiltà moderna.

Museo di Eleftherna (o Eleutherna)

A 10 minuti di auto da Arkadi, ai piedi del monte Ida, si trova il Museo di Eleftherna, inaugurato appena 3 mesi fa. L’edificio è moderno, ma ben integrato nel paesaggio circostante. Qui sono raccolti tutti gli oggetti ritrovati in 30 anni di scavi nell’adiacente
sito archeologico di Eleftherna. Siamo rimasti senza parole quando abbiamo saputo che le origini di questa imponente città risalgono al 3.000 a.C. e che è sopravvissuta fino al XIV sec. d. C.. Parliamo di oltre 4000 anni di storia! E’ veramente interessante vedere racchiusi in un museo gli oggetti provenienti da uno stesso luogo che è cambiato e si è evoluto nel corso di epoche così diverse e così lontane da noi. Gli scavi archeologici finora effettuati ed ancora in corso (per questo l’area non è attualmente visitabile), hanno portato infatti alla luce moltissimi resti di svariati periodi: abitazioni, terme, strade, mura, cisterne, botteghe, chiese. I più rilevanti sono sicuramente quelli della necropoli di “Orthi Petra”, in cui sono stati trovati vasi e pire funerarie, gioielli ed oggetti vari, collegabili a riti funerari di guerrieri o di loro familiari. Il museo non è grandissimo ed è gratuito. Viene continuamente aggiornato mano a mano che gli archeologici riportano alla luce nuovi oggetti (CLICCA QUI per un approfondimento sull’antica civiltà cretese).

Spiaggia di Spilies

Lasciata Eleftherna e i suoi antichi tesori, non ci resta che regalarvi un’ultima, immancabile immagine: quella del mare di Creta! A pochi chilometri a est di Rethymno, giace questa baia il cui nome, Spilies, significa “grotte”, per via delle cave presenti nelle pareti rocciose che la incorniciano.  La prima cosa che salta all’occhio è l’intenso e affascinante contrasto di colori: l’azzurro turchese del mare, il bianco della sua schiuma, il nero dei piccoli ciottoli sul bagnasciuga e il rossastro delle rocce circostanti…spettacolare!! Quel giorno, poi, Poseidone deve aver avuto una brutta giornata, perché c’erano delle onde a dir poco impetuose, a tratti spaventose, ma ci siamo divertiti come due bambini a farci travolgere e sbattere a destra e a manca dal Dio del Mare!!

Insomma, vi è piaciuta la nostra gita “variopinta”? Speriamo che i nostri post riescano a regalarvi qualche minuto di svago e di viaggi immaginari nel cuore pulsante di Creta!

Γειά σας!!

Aptera e Dounias: un assaggio di Creta romana e di Slow Food!

Sono le nostre gite preferite, quelle che uniscono archeologia e cultura gastronomica!

DSCN1754La nostra “sete di Creta” ci ha portati, nonostante i nuvoloni minacciosi di quella mattina, a scoprire altre bellezze nei dintorni di Chania. Da tempo ne sentivamo parlare, soprattutto dai cretesi della zona, e così abbiamo deciso di visitare l’antica città-stato di Aptera, le cui origini risalgono al periodo geometrico (1000-685 a.C.) e la cui fine fu segnata da un forte terremoto prima (nel 365 d.C) e, in maniera definitiva, dalle invasioni saracene del VII sec. d.C..

Si arriva in un attimo, poiché si trova a soli 16km da Chanià e l’ingresso costa solamente 2€ (aperto dal martedì alla domenica, dalle 8:30 alle 15:00).

DSCN1773Il sito è immerso nel verde, sul promontorio di Palaiokastro (altezza: 200m) e si affaccia sulla Baia di Souda. Sono visibili resti del periodo ellenistico: le mura di circa 4km, le colonne e le fondamenta del tempio dorico, il teatro, del tardo periodo ellenistico, uno dei pezzi forti di questo sito archeologico, che però, purtroppo, in questo periodo è chiuso al pubblico per restauro (*vedasi note a piè di pagina). I più impressionanti, monumentali e ben conservati edifici, sono comunque quelli del periodo romano (I sec. a.C. – IV sec. d.C.), prime fra DSCN1760tutti le enormi cisterne con volte, conservate in ottimo stato, che raccoglievano l’acqua piovana e rifornivano i due grandi complessi termali che si trovano pochi metri più in là e nelle quali gli antichi romani andavano a rilassarsi e far vita sociale.

A qualche centinaia di metri di distanza da questo gruppo di rovine, si trova poi la DSCN1781fortezza di Koules, costruita assieme ad altre in epoca successiva dagli ottomani per controllare dall’alto tutto il traffico navale dell’isola: da qui ci siamo goduti, anche se il cielo quel giorno era molto coperto, la vista sconfinata sulla baia di Souda e sulle spiagge di Almirida e dintorni…un panorama davvero stupendo!

A questo punto, anche un po’ per paura di essere presi alle spalle da un bell’acquazzone, siamo risaliti in macchina e, per nostra fortuna, era l’ora di pranzo! Ci siamo così avviati verso quella che si sarebbe rivelata una delle esperienze culinarie più belle e particolari DSCN1802della nostra vita! La meta era il paese di Drakona (sulle montagne dell’entroterra di Chania, a circa mezz’ora da casa nostra) e nello specifico la rinomata taverna Dounias (www.ntounias.gr), che in realtà è riduttivo chiamare taverna, in quanto si tratta di un vero e proprio “Centro Gastronomico Tradizionale della Dieta Cretese”.

Il punto di forza di questo posto, nonchè il suo motore pulsante, è sicuramente Stelios, il DSCN1797singolare e genuino proprietario che vive e lavora lì assieme alla moglie e ai figli. Dopo aver lavorato anni come chef a Chania, un giorno decide che la città e la cucina a volte un po’ troppo “turistica” non facevano più per lui; con la famiglia quindi ritorna alle origini, a Drakona, nel suo paese natale e lì costruisce casa e avvia questa attività ormai conosciuta in tutta l’area di Chania e non solo!

Quel giorno, quindi, arriviamo al Dounias e ci sediamo a tavola; lui arriva e ci dice: “Io
non so bene l’inglese e il servizio non è il mio forte, quindi…venite con me!”. Noi, un po’ DSCN1798stupiti e divertiti, sorridiamo e lo seguiamo. Ci porta direttamente in cucina dove c’è una fila di fornelli, rigorosamente a legna, con sopra svariate pentole artigianali di terracotta. Lui apre ad uno ad uno i coperchi magistralmente dipinti a mano e ci mostra cos’hanno preparato in mattinata lui e sua moglie; dopo averci detto i nomi di tutte le pietanze ci invita a ordinargli quello che vogliamo…troppo bello!!!! Noi, entusiasti naturalmente, ordiniamo varie cose, per poter assaggiare il maggior numero di questi piatti a dir poco invitanti, al 100% tradizionali e fatti da ingredienti solo ed esclusivamente coltivati o allevati da lui e dai vicini di casa, senza pesticidi e in linea con i principi dello Slow Food (associazione internazionale nata in Italia che difende e divulga le tradizioni agricole ed enogastronomiche di tutto il mondo, combattendo per i diritti dei popoli alla sovranità alimentare).

DSCN1800Una volta scelti, ce li serve in tavola, accompagnandoli, su nostra richiesta, con del vino autoprodotto servito in un tipico bricchetto greco di rame. Riempie i nostri due bicchieri prima e poi versa un bel bicchiere raso anche per lui, fa assieme a noi un γεία μας (cin-cin), si scola in un sorso il vino e se ne torna a lavorare…unico, davvero unico Stelios :-)!!

Insomma, potete solo immaginare com’erano i piatti: genuini come i due padroni di casa, con sapori esplosivi e trasudanti di tradizione culinaria cretese. Lo consigliamo a chiunque venga a Creta, perchè in posti come questi si può davvero assaggiare l’autenticità dei piatti tipici e delle persone del posto.

E quindi diciamo bravi, bravi e ancora bravi a Stelios e consorte che al giorno d’oggi riescono ancora a farci provare un’esperienza culinaria e umana pura, autentica e davvero unica, in tutti i sensi!

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*NOTE:

Aggiornamento del 12/10/16: il teatro è stato finalmente aperto al pubblico, in seguito agli scavi e alla ristrutturazione effettuati dagli archeologi. Di seguito alcune foto:

Ulivo di Pano Vouves e Chiesa “La Rotonda”: a spasso tra storia e natura!

Sapete da cosa è coperto per un quarto il territorio cretese? Non riuscite proprio a immaginarlo???

Ve lo diciamo noi allora: dagli ulivi.

DSCN1684Questi magnifici alberi, che si possono definire dei “nonni del mondo vegetale” considerata l’età che possono raggiungere, regnano sovrani nelle colline e nelle pianure cretesi, offrendo ai viaggiatori panorami mozzafiato e agli isolani una fonte di sostentamento grazie al prezioso e ricercato succo dei loro frutti. Gli antichi Greci pensavano che l’olio d’oliva avesse proprietà benefiche per la salute dell’uomo e che fosse una medicina naturale contro molte malattie; ancora oggi, alcuni rappresentanti della medicina moderna raccomandano la sua assunzione per prevenire alcune malattie cardiache, tumori, diabete, impotenza, ecc. Non sappiamo se sia vero, in quanto noi abbiamo spesso sentito pareri contrari a questa teoria, ma in ogni caso, dobbiamo essere sinceri: a noi piace taaantooo!!

DSCN1646Ma perchè vi stiamo dicendo queste cose, che probabilmente già molti di voi sanno? Naturalmente per introdurvi all’ultima nostra esaltante esperienza, che ci ha portati a fare visita ad un vero e proprio avo di tutti gli ulivi del mondo: il millenario ulivo di Pano Vouves, villaggio di montagna che si trova a circa 30 minuti di auto da Chanià. Quest’albero è davvero un fenomeno della natura: si stima che l’arzillo nonnetto abbia suppergiù la bellezza di 3000 anni e che sia uno tra i 7 ulivi più antichi del mondo, se non il più antico addirittura! Il suo tronco cavo ha un diametro di 3,70 m, un perimetro di 8 m e una peculiare e bizzarra forma che sembra una vera e propria scultura, tanto da fargli DSCN1657meritare la classificazione di “monumento” da parte della SEDIK (Associazione dei Comuni delle Olive di Creta). Ammirando questo colosso è inevitabile chiedersi cosa deve aver visto ed ascoltato nei millenni attraverso i suoi rami e chissà quali antichi sovrani o prodi guerrieri possano
aver accarezzato la sua indistruttibile corteccia…la natura non smette mai di impressionarci e di farci viaggiare con la fantasia, non è vero???

DSCN1680Lasciamo Vouves alle nostre spalle e proseguiamo per le stradine dell’entroterra cretese, cosparse di fiori e, ovviamente, di centinaia e centinaia di ulivi, per raggiungere Episkopi, dove possiamo ammirare un’altra bellezza antica, ma questa volta realizzata da braccia umane: la Chiesa dell’Arcangelo Michele, detta “La Rotonda”. Per un attimo, quando leggiamo il cartello che indica la strada, ci viene un tuffo al cuore ripensando alla nostra Rotonda (la villa palladiana vicentina), ma torniamo subito al DSCN1668presente per ammirare qualcosa di molto diverso da essa: una bellissima chiesetta bizantina, che racchiude al suo interno un mosaico pavimentale e magnifici affreschi del XII secolo e antecedenti (CLICCA QUI per saperne di più su Creta bizantina).

Dopo qualche foto all’esterno e qualche altra “rubacchiata” dell’interno, grazie alle finestre molto basse, (*vedasi note a piè di pagina) decidiamo di avviarci verso Astrikas, un villaggio a circa 10 minuti da Episkopi, superato il quale troviamo la Gola di Delianà. Parcheggiamo l’auto in un bello spiazzo alberato e camminiamo per qualche minuto nella bocca della gola: l’inizio promette bene, sembra essere davvero DSCN1704un’interessante e suggestiva passeggiata da fare (2 ore circa tra andata e ritorno), ma non oggi, non siamo organizzati e poi…è ora di pranzo :-)!!

Ci dirigiamo quindi verso il mare e ci fermiamo in una taverna tipica a Kissamos-Kasteli, per assaporare pomodori e peperoni al forno ripieni di riso ed erbe, una fresca insalata greca ed un piatto di ottimo tzatziki, spendendo in tutto solo 12 €!!!

Dopo mezz’ora di auto siamo di nuovo a casa, soddisfatti della nostra gita fuori porta…insomma, vi piacciono i nostri tour per l’isola?

Se ne avete altri da proporci in zona che avete già provato o dove vorreste andassimo in avanscoperta, fatecelo sapere commentando di seguito l’articolo e sicuramente noi non ci tireremo indietro ;-)!

Alla prossima!

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*NOTE:

I lavori di ristrutturazione e pulizia dei meravigliosi affreschi e mosaici all’interno della chiesa sono ultimati, quindi ora, in alcuni periodi dell’anno, è aperta al pubblico. Di seguito alcune foto:

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