Aradena e Marmara: la perfetta simbiosi tra mare e montagna

Vi stiamo per raccontare una delle più belle escursioni che abbiamo fatto a Creta da quando viviamo qui, che vede come protagonisti la splendida gola di Aràdena e l’incantevole spiaggia di Màrmara.

Partenza da casa: ore 7 del mattino. Arrivo: ore 8:15 al villaggio di Sfakià (o Hòra Sfakìon), nella costa sud. Lì parcheggiamo la macchina e alle 9 prendiamo il pulmino diretto al villaggio abbandonato di Aràdena. Dopo circa 20 minuti di autobus e svariati tornanti a picco sul mare, arriviamo al ponte di Aràdena che collega il lato est della gola al lato ovest. Questo ponte di ferro è famoso per il bungee jumping poiché nei fine settimana estivi gli amanti di quest’attività spericolata si lanciano dai suoi 138 metri di altezza; è infatti il più alto ponte della Grecia ed il secondo in Europa da cui si può provare il brivido del saldo con la corda elastica. Prima della sua costruzione negli anni ’80, chi voleva andare da una parte all’altra della gola doveva scendere a piedi fino al letto del canyon attraversando una ripida e panoramica mulattiera pavimentata con acciottolato (in greco “kalderimi”) per poi risalire dall’altra parte, inerpicandosi per un altro sentiero identico ed altrettanto ripido… si fa fatica anche solo ad immaginarlo, figuriamoci a farlo!!! Per fortuna ora c’è questo ponte e noi lo attraversiamo in pullman, non senza tenere il fiato sospeso a causa del vuoto che si apre sotto di noi. Giunti dall’altra parte, dopo qualche foto al panorama, ci incamminiamo verso l’entrata della gola. Passiamo attraverso gli interessanti resti di un’architettura cretese del passato, facenti parte dell’antico villaggio di Aràdena, abbandonato dagli anni ’50. Il motivo di questo abbandono sembra essere stata una faida nata tra le famiglie del paese stesso a causa della… campana di una capra :-D!! Un cartello di legno inciso a mano ci introduce all’imbocco del kalderimi che ci avrebbe portati di lì a poco giù giù giù, fino alle viscere della gola. Ci godiamo questa splendida ma ripida discesa a zig zag e dopo circa 20 minuti arriviamo in fondo, iniziando a percorrere la gola vera e propria. Da lì, per circa 2 ore, affrontiamo una delle più affascinanti, varie e suggestive camminate della nostra esperienza cretese. Si passa da punti in cui il sentiero è ampio e agevole ad altri in cui bisogna passare in mezzo a pertugi scivolosi tra le grandi rocce, fino a dover costeggiare il letto scosceso del fiume percorrendo un saliscendi di gradini scavati nella roccia e delimitati da un corrimano di legno. Dietro ad ogni curva il paesaggio cambia: il canyon si apre e si restringe, la vegetazione quasi scompare e poi riappare super rigogliosa, la roccia si fa più liscia e sdrucciolevole e poco dopo diventa aguzza e irregolare. Insomma, è davvero impossibile annoiarsi durante questo percorso! A volte non si sa dove andare e poi, dietro ad un albero o sopra un masso, si trovano le torrette di sassi lasciate dagli altri escursionisti oppure i segnali verdi e rossi dipinti che indicano la strada da seguire. Naturalmente, come avrete intuito, è sconsigliato per chi non è abituato a camminare, per chi ha problemi alle ginocchia, per anziani e bambini piccoli, quindi valutate bene la fattibilità prima di affrontarlo, se ne avrete l’occasione.

Questo magnifico e indimenticabile trekking ci conduce, dopo circa 2 ore e mezza (considerando le pause per acqua, spuntini, foto e video) e 600m di dislivello, dritti dritti al mare, al turchese e cristallino Mar Libico, da noi incontrato e apprezzato più volte in questi 3 anni. Il piccolo gioiello che risplende davanti ai nostri occhi è la spiaggia di Màrmara. Come quasi tutte le spiagge sud occidentali dell’isola è costituita da ciottoli di piccola e media grandezza. In questa stagione è ancora attrezzata con alcuni lettini ed ombrelloni e la tavernetta situata sul promontorio accanto serve buon cibo greco e bevande a tutti i bagnanti, permettendo loro di godere di una vista sulla baia dalla quale non vorresti mai staccarti! Non facciamo a tempo a toglierci le scarpe e gli abiti impolverati che siamo già immersi nelle profonde e fresche acque e assaporiamo il tanto agognato bagno ristoratore dopo le fatiche della scarpinata. Tra l’altro, sulla destra guardando la spiaggia dal mare, si sviluppa tutta una serie di piccole grotte dentro le quali si può fare del fantastico snorkeling… e anche noi ne approfittiamo naturalmente!

Dopo pranzo, ci sdraiamo sotto l’ombrellone e crolliamo dal sonno per un’ora buona! Alle 17:30 una barca da circa 20 posti ci aspetta per portarci, in mezz’ora scarsa, solcando a ritmo sostenuto il blu del Mar Libico, a Sfakià e quindi alla nostra auto.

Giornata splendida, indimenticabile davvero! Ci auguriamo che le nostre parole, le foto ed i video abbiano reso giustizia all’intensità della bellezza di questo posto e alle emozioni che ha provocato in noi…

A presto!

Agios Pavlos: alla ricerca dei luoghi più remoti di Creta

Oggi vi vogliamo raccontare dell’ultima scoperta straordinaria che abbiamo fatto vagando per il territorio cretese: la spiaggia e la chiesetta di San Paolo o Ἀγιος Παύλος (Agios Pavlos) in greco.

In compagnia dei nostri amici Stefania e Luca, siamo partiti alle 8 del mattino alla volta di Hora Sfakion (o Sfakià), sulla costa sud-ovest di Creta. Alle 10:30 abbiamo preso il traghetto che in un’oretta ci ha portati ad Agia Roumeli. Durante il rilassante viaggio via mare, ci siamo goduti il blu intenso ed inconfondibile del Mar Libico e la sfilata di calette, pareti rocciose e micro paesini offerta dai maestosi Monti Bianchi (Lefka Ori). Una volta sbarcati, con zaino in spalla e pieni di energia, ci siamo spinti a piedi verso est, imboccando il nostro adorato sentiero E4 che ci avrebbe accompagnati lungo la costa meridionale verso la nostra meta. Come avevamo già accennato in alcuni articoli precedenti, il sentiero E4 (“The Cretan Way”) è un tratto di percorso europeo ben tracciato che attraversa Creta da est ad ovest (CLICCA QUI per uno splendido racconto sul sentiero cretese E4). Noi abbiamo avuto la fortuna di percorrerne vari tratti fino ad oggi e quello che ci stupisce sempre è l’estrema varietà dei paesaggi e del terreno che ci si trova ad attraversare. In questo tratto che collega la spiaggia di Agia Roumeli a quella di Agios Pavlos, si alternano sterrati nascosti tra i pini marittimi, parti di spiaggia a ciottoli grandi e piccoli, percorsi completamente sabbiosi ed angusti passaggi tra le rocce. Insomma, non si tratta proprio di una passeggiata tranquilla! Il percorso è proprio di quelli che piace a noi perché molto vario e sempre a picco sul mare cristallino, a tratti impegnativo, ma mai troppo per le nostre capacità. Forse un po’ d’ombra in più non ci avrebbe dato fastidio visto che il sole di giugno ha già svelato ampiamente la sua forza e durante questo tragitto ha messo tutti e 4 a dura prova!

Dopo circa un’ora e mezza di cammino, ecco aprirsi davanti a noi la selvaggia ed ampia spiaggia di Agios Pavlos. Dopo aver superato l’unico chioschetto presente in loco, ci siamo diretti verso il gioiello che caratterizza questo posto, ossia la pittoresca chiesetta di Agios Pavlos (o San Paolo), una delle più antiche di tutta l’isola. Fino a pochi minuti prima facevamo fatica ad individuare la sua posizione, perché, oltre ad essere molto piccola, è ben mimetizzata nel paesaggio circostante. Questo perché, nel X secolo, quando San Ioannis Xenos l’ha costruita con le sue mani, ha utilizzato le pietre presenti nella spiaggia stessa, del medesimo colore della sabbia e della terra. Ne ha ricavato una splendida struttura a croce bizantina, finemente modellata e in perfetta sintonia con la natura circostante. Una volta entrati, ci siamo accorti che nelle volte erano presenti i resti di alcuni bellissimi affreschi che pare risalgano ad un paio di secoli dopo.

Che posto incredibile ragazzi! Ancora oggi, dopo alcuni giorni, se ripensiamo all’immagine di quella costruzione isolata, che sembra far parte della montagna stessa, che si staglia su una distesa di sassolini neri, bagnati da un mare azzurro e trasparente oltre ogni immaginazione…beh, non ci sono parole per descrivere l’emozione che certi luoghi ti fanno provare!!

Dopo quella scarpinata ci siamo meritati un po’ di riposo e senza tardare un secondo in più, ci siamo tolti i vestiti sudati e ci siamo tuffati nelle corroboranti acque del Mar Libico. Una volta consumato il nostro pranzo al sacco e aver riposato un po’ all’ombra di alcune rocce, abbiamo preso armi e bagagli e ci siamo incamminati verso la via del ritorno. Giunti ad Agia Roumeli, stanchi morti, ma felici, ci siamo concessi un ultimo bagno, per poi prendere il battello delle 17:30 che ci ha riportati a Sfakià, dove avevamo lasciato la nostra auto.

Nel tragitto in auto abbiamo riparlato di quest’esperienza fantastica e ci siamo detti di essere grati all’universo di poter vivere queste giornate e di poterle condividere con degli amici che le apprezzano.

E allora cin cin! Alla vita che è sempre piena di sorprese, alle amicizie vecchie e nuove e alla bellezza di questo mondo che ci è stato donato!

Gola di Imbros e dintorni: una scoperta dopo l’altra

Anche quest’anno sono venuti a trovarci i nostri grandi amici Elena e Fernando, assieme alla piccola Asia e alla nonna Stella! Con loro due abbiamo deciso lo scorso mercoledì di andare alla scoperta di una nuova gola, sempre a sud di Chanià, considerata la “sorella minore” di Samarià: la gola di Imbros (in greco “Φαράγγι Ίμπρου”).

Decidiamo di partire presto, verso le 8, per arrivare intorno alle 9 all’entrata della gola, proprio al paesino di Imbros. Lasciamo la macchina in uno dei numerosi parcheggi gratuiti che si trovano lungo la strada ed imbocchiamo la prima parte di sentiero. Dopo circa 15 minuti di cammino, troviamo la biglietteria, con un cartello: “Municipalità di Sfakià, Gola di Imbros – Lunghezza: 8km – Biglietti – Entrata – Buona passeggiata!”. Paghiamo così i nostri 2€ a testa ed iniziamo la vera e propria escursione, che si svilupperà quasi tutta in discesa. La giornata è limpidissima, ma a quell’ora l’aria di montagna è ancora frizzantina. Così, con passo lesto, camminiamo in questo primo tratto di sentiero abbastanza largo e ben tracciato, con pietre di grandezza media ed attorniato da pareti non troppo alte e da alberi dalle forme strane e contorte. Per tutta la prima ora di cammino a mala pena incontriamo anima viva, quindi ci godiamo appieno la Natura padrona di questa gola, che si
manifesta in varie forme solo per noi, con il suo piacevole silenzio ed i suoi profumi di muschio e resina che ci hanno accompagnati per tutto il tragitto. Iniziamo così ad entrare nei primi veri tratti di canyon, con pareti rocciose maestose, dalle quali fuoriescono miracolosamente degli alberi (forse delle querce) che sembrano cadere da un momento all’altro sulla nostra testa! A poco a poco ci inoltriamo in questo paesaggio che si fa diverso, dove si alternano tronchi enormi che sbarrano la strada, passaggi più o meno stretti e cascate di pietre affilate che costeggiano il sentiero. Tutto ciò fino a raggiungere un bellissimo cunicolo a forma di “S”, il punto più suggestivo della gola, con pareti altissime e lisce, che sembra quasi uno scivolo dei parchi acquatici! E’ qui che attraversiamo il punto più angusto di tutta la gola, largo solamente m 1,60. Superati quindi gli ostacoli “più duri”, proseguiamo ancora un po’ fino a raggiungere un bivacco, davvero unico nel suo genere, dove ci fermiamo per uno spuntino. Si tratta di una piccola tettoia di legno con un tavolino, delle panche, sgabelli fatti di tronchi ed ogni genere di chincaglieria appesa: bandiere greche di ogni dimensione, foto di strani personaggi baffuti e di escursionisti, vecchi fucili arrugginiti, uno specchietto retrovisore di un’auto, banconote dal mondo e addirittura due teschi di caprone con gli occhiali da sole!! Che posto assurdo!! Dopo un breve ristoro, ci incamminiamo verso l’ultima parte della gola, più semplice e lineare, che ci conduce, dopo circa 2 ore di passeggiata, al controllo dei biglietti finale. Da qui, si prosegue per altri 5 minuti fino al villaggio di Komitàdes, dove un cretese totalmente in nero (barba e rosario al collo compresi!!) si offre di riportarci  con il suo pick-up, per 5€ a persona, al paesino di Imbros, dove c’è la nostra auto!

L’esperienza “montanara” ci ha soddisfatti appieno, la gola si è dimostrata incantevole e particolare come tanti ci avevano raccontato e, oltretutto, alla portata di chiunque, perché non lunghissima e semplice da percorrere se si indossano delle buone scarpe chiuse. A quel punto, però, dopo una bella passeggiatona, come fare a meno di un bagno in mare rigenerante?? Riprendiamo la macchina e percorriamo la strada che porta fino a Sfakià e lì decidiamo di perderci un po’ nei meandri della selvaggia costa del sud, che ci ha sempre riservato delle belle sorprese. Presto ci rendiamo conto che anche questa volta non ci avrebbe delusi! Arriviamo per caso in una piccola insenatura, tra Ammoùdi e la spiaggia per naturisti di Filàki, dove è scattato per tutti noi il colpo di fulmine! Oltre a capire fin da subito che avremmo avuto questo piccolo e splendido angolo sperduto tutto per noi, restiamo meravigliati ancora una volta davanti alle diverse sfumature di blu che il mare qui a Creta riesce ad avere a seconda del tipo di spiaggia, di costa, di fondale o di paesaggio circostante. Qui restiamo a farci viziare da un’impagabile solitudine e dalle rinfrescanti e azzurrissime acque della “No name beach”, come l’abbiamo soprannominata quel giorno (*vedasi note a piè di pagina)! Ci siamo chiesti quante altre insenature, sconosciute e simili a questa, ci saranno qui a Creta e questo fatto ci ha rincuorati molto perché significa che quest’isola, in chissà quanti angoli sparsi, sta ancora preservando la sua bellezza incontaminata dal turismo di massa.

Non contenti delle mille bellezze viste fino a quel momento, di comune accordo stabiliamo un’ultima tappa sulla strada del ritorno, ossia l’Azienda Vinicola Dourakis (nel cartello sulla strada si legge “Winery Dourakis”). La storia di questa azienda inizia nel 1986, quando Andreas Dourakis torna da Salonicco al paese cretese d’origine, Alikampos, dove oltre a prendere in mano le vigne del padre, ne coltiva molte altre nei terreni attorno. E’ motivato dal suo bagaglio di conoscenza in materia, proveniente dai suoi studi di enologia in Germania e dalla sua lunga esperienza lavorativa nelle wineries locali ed estere, nonché dal terreno e dal clima super favorevoli di questa zona di Creta. Tutto ciò lo ha aiutato a portare al successo questa bellissima azienda, dove ora si possono fare visite guidate, banchetti nuziali e, naturalmente, assaggiare e comprare svariati e prelibati vini locali. Una volta arrivati a destinazione, già da fuori il posto ci conquista: un edificio di pietra, simile a un casolare di campagna, con un florido giardino ed un patio esterno con tavolini. Entriamo e ad accoglierci c’è Sofia, una ragazza molto simpatica e preparata, che con pazienza e professionalità ci porta al loro negozio e ci fa assaggiare, per nostra immensa gioia, una grande varietà dei loro nettari! Alla fine, inevitabilmente, siamo usciti da lì con ben 6 bottiglie di vini misti in vista delle nostre cene in compagnia a Villa Anastasia!! Neanche a dirlo, è un posto che consigliamo vivamente, per fare un’esperienza nell’isola diversa da quello che può essere la classica spiaggia o la visita al sito archeologico.

Anche questa volta, a quanto pare, non ci siamo fatti mancare proprio nulla, compresa l’incomparabile compagnia degli amici più cari, con i quali è sempre una doppia soddisfazione vivere queste meraviglie cretesi!

*NOTE:

La “No name beach” in realtà si chiama Agios Charalambos o Agios Haralabos Beach.

Frangokastello e l’alba del mistero…

Vi piacciono le storie di prodi combattenti e di spiriti che vagano inquieti nella notte? Sì??? E allora non potete perdervi questo racconto…

Partiamo da casa il mattino, attraversiamo i Monti Bianchi (Lefkà Ori) e costeggiamo la famosa Gola di Imbros per raggiungere ancora una volta la costa sud, solitaria e selvaggia. A circa 16km ad est di Hòra Sfakìon (o Sfakià), di cui vi abbiamo già parlato in passato, si trovano la spiaggia ed il castello di Frangokàstello, la meta da noi prestabilita. Appena arrivati, decidiamo di visitare subito l’affascinante fortezza
veneziana, della seconda metà del 1300
, che in italiano possiamo chiamare “Castelfranco” o “Castello dei Franchi”. Le imponenti mura sono ancora in ottimo stato, come pure la grande torre a sud-ovest, nella quale si può salire per vedere il panorama dall’alto. Visitiamo, quindi, questo pezzo di storia che un po’ ci appartiene e, nel mentre, non possiamo fare a meno di pensare alle cruenti battaglie che lì si sono susseguite ed alle storie fantastiche che girano attorno a questo luogo incantato…

Il 17 maggio del 1828, infatti, questo posto è stato per l’ennesima volta sfondo di una cruenta battaglia, guidata dai cretesi ribelli di Sfakià (gli Sfakioti) e dal loro comandante C. Daliànis, contro gli oppressori turchi. L’arduo combattimento si è concluso con centinaia di morti, da entrambe le parti. La credenza popolare vuole che, nell’alba tra il 17 e il 18 maggio, si vedano sfilare davanti al castello gli spiriti degli sfakioti morti in battaglia quel giorno, chiamati in greco drussolites, ossia “coloro che vivono nella rugiada del mattino”. Noi, come sapete, amiamo follemente le storie popolari che girano qui a Creta e questa in particolare ci è rimasta impressa per l’alone di mistero e di occulto. Il fatto che, in realtà, queste “visioni” abbiano provato a spiegarle scientificamente, non credo ci dissuaderà dall’andare a sbirciare cosa succede in realtà nella prossima alba dell’ignoto! In pratica, si suppone che, in condizioni atmosferiche buone e in presenza di un mare calmo, si verifichi la cosiddetta “Fata Morgana”, un fenomeno ottico riconducibile a una sorta di miraggio. Questo farebbe sì che si riflettano sulla riva di Frangokastello i profili dei soldati in marcia sulle vicine coste libiche, cosa comunque pazzesca se ci pensate! E dunque, come si fa dopo aver appreso tutto ciò a non andare a verificare di persona?? Se vi volete unire a noi, sappiate che i voli diretti dall’Italia di Ryanair partono già da fine marzo ;-).

Ci lasciamo alle spalle, per ora, le storie di fantasmi e di guerrieri, per avviarci a piedi all’adiacente spiaggia che prende lo stesso nome del castello. Sicuramente questo è un luogo ideale per chi ama la tranquillità e gli ampi spazi. Il litorale sabbioso è grande e spesso semivuoto, nonostante gli sparuti gruppi di ombrelloni presenti. Il mare è come sempre splendido e azzurrissimo e il fondale digrada lentamente, rendendo il bagno invitante per chiunque, sia per la temperatura dell’acqua che per il facile accesso. Siamo rimasti parecchio tempo su questa spiaggia che da un lato si è rivelata autentica, preservata dal turismo di massa e riposante, dall’altro, non sappiamo esattamente il perché, avvolta da una strana malinconia. Forse, abbiamo pensato, sarà per via del peso alle sue spalle di questa “figura di controllo” che è la fortezza o per la vegetazione selvaggia che la circonda, non si sa… In ogni caso, la cosa certa, è  che qui non vi mancherà l’occasione di rilassarvi totalmente!

Un po’ spostate dalla spiaggia, inoltre, in mezzo al verde, si trovano alcune taverne caratteristiche. Noi optiamo per la graziosa “Kalì Kardià” (“Buon cuore”), una piccola struttura bianca e azzurra, con un terrazzino coperto da una tettoia di viti e accompagnato dal canto intenso delle cicale, immancabile nella calda estate cretese. Il proprietario dai candidi baffoni, ci invita sorridente a sederci e ci serve dei piatti buonissimi della tradizione: insalata cretese (con alcuni suoi tocchi personali), patate al forno ripiene di formaggio di pecora e le tipiche mezzelune di pasta fillo ripiene di saporite erbe locali, i kalitsounia.

Dopo pranzo ci lasciamo coccolare ancora un po’ dalla brezza proveniente dal Mar Libico, per poi avviarci con calma verso casa, anche oggi arricchiti di antiche storie e tradizioni, di nuove sfumature e sensazioni.

 

 

Gola di Samaria: il gigante cretese

Dopo avervi allietato l’estate con alcune tra le più belle spiagge dell’isola, oggi vi raccontiamo la nostra ultima straordinaria escursione, immersi nell’altra faccia di Creta: la montagna.

Avete mai sentito parlare delle Gole di Samarià? Probabilmente sì, visto che si tratta delDSCN2920 canyon più lungo di tutta Europa e di una delle più grandi meraviglie naturali di quest’area del mondo. Sabato scorso, quindi, assieme al nostro grande amico Fernando, che in questi giorni è venuto a trovarci con Elena e la loro bambina, Asia, ci siamo avventurati in quella che si è rivelata una delle esperienze più entusiasmanti della nostra vita!

DSCN2925Siamo partiti da Chanià con l’autobus delle 7:45 per Omalos, che in realtà prosegue fino a Xyloskalo, da dove parte a tutti gli effetti l’escursione. Dopo aver pagato l’ingresso di 5€ per il Parco Nazionale di Samaria (fondato dal 1962), armati di acqua, panini e tanta energia, siamo partiti! L’escursione in questa gola, infatti, non è proprio per tutti: lunga 16km, la sua traversata richiede circa 6 ore di cammino, considerando qualche pausa per bere, mangiare ed andare in bagno. Il percorso è quasi totalmente in discesa: si parte da circa 1200m di altezza (a Xyloskalo) e si arriva alla costa meridionale dell’isola, ad Agia Roumeli. Ogni 2-3km ci sono fonti d’acqua fresca, bagni e zone ristoro con tavoli e panchine dove potersi risposare o consumare il pranzo al sacco.

La nostra camminata è cominciata con un sentiero ripido e tracciato che ha messo da DSCN2926subito alla prova le nostre gambe. Circa un’ora, quindi, è servita per scendere giù fino al letto della gola, circondati da pini secolari e da panorami mozzafiato su tutta la vallata. Proseguendo, la strada si è rivelata più “fantasiosa”, poichè scavata sull’alveo di un fiume che d’inverno si riempie d’acqua. Pietre giganti, alberi con tronchi dalle strane forme, pareti rocciose più o meno levigate dal vento e piccoli corsi d’acqua da attraversare. Ma l’incontro più piacevole di quei primi chilometri è stato DSCN2969senza dubbio quello con uno degli abitanti di questa gola e di queste montagne: la mitica capra selvatica Kri-Kri, razza endemica di Creta. Gli esemplari che girano nella zona, probabilmente abituati al flusso di visitatori che la gola attira ogni giorno, si fanno avvicinare facilmente: sembrano proprio degli stambecchi in miniatura e i loro piccoli sono la cosa più tenera del mondo!

A circa metà strada siamo arrivati al vecchio villaggio di Samarià dove, fino all’apertura DSCN3007del parco nel ’62, vivevano i suoi abitanti. Incredibile pensare che lì potesse davvero viverci qualcuno! Approfittando della zona attrezzata di bagni e tavolini all’ombra, ci siamo mangiati un panino e abbiamo rilassato un po’ le stanche membra che, dopo circa 2 ore e mezza di camminata, cominciavano ad avere i primi cedimenti…

DSCN3054Temerari e decisi ad arrivare quanto prima al mare, siamo ripartiti dopo circa mezz’ora di sosta. Il paesaggio attorno a noi cambiava continuamente e questo ha reso la passeggiata varia ed emozionante. Camminando in mezzo a pareti di roccia alte centinaia di metri e ad alberi secolari che crescono incredibilmente in quella stessa pietra, ci sentivamo davvero tanto tanto piccoli. In quel luogo, in ogni istante qualcosa ci dimostrava e ricordava l’assoluta supremazia della Natura sull’uomo. Pensate che le DSCN3066Gole di Samarià, assieme al parco nazionale di Olimpo, sono le uniche aree protette della Grecia ad essere incluse nel MAB Network, ossia il programma “Man and Biosphere” dell’UNESCO. Sarà per questo che qui vivono in assoluta tranquillità quasi 500 specie di piante ed animali, di cui 70 circa endemiche di Creta.

DSCN3074Dopo quasi 5 ore di scarpinata, ecco che finalmente siamo giunti al punto più conosciuto di questa gola, le “Porte di Ferro” (Σιδερόπορτες). Questo passaggio è famoso per essere il più stretto di tutto il canyon. Infatti, dopo chilometri di spazi molto ampi (fino a 150m di larghezza), si trova questo pertugio largo solo 3 metri, i cui confini sono delimitati da due pareti rocciose alte 600 metri…da mozzare il fiato!

Dopo le porte, ormai il peggio era passato! Arrivati in fondo al percorso, ci siamo fermati ad un chiosco dove chiedono di esibire il biglietto d’entrata e ci siamo incamminati per l’ultimo assolatissimo tratto di selciato che ci separava dal mare. Dopo DSCN3121una ventina di minuti, ecco apparire all’orizzonte un miraggio, la nostra “oasi nel deserto”: il Mar Libico!! Nonostante l’infinita stanchezza e il dolore ai polpacci, abbiamo accelerato il passo e in quattro e quattr’otto eravamo immersi nelle freschissime e cristalline acque di Agia Roumeli, increduli di essere davvero arrivati alla fine! E in questo posto dalla bellezza irreale, con la sabbia vulcanica e i ciottoli neri come la pece, abbiamo passato due ore di puro e meritato relax.

DSCN3124Alle 17:30 abbiamo preso l’ultimo traghetto per Hora Sfakion, dove, alle 18:30 è partito l’ultimo autobus per Chania. Anche in quell’ora di traghetto, Creta ci ha offerto degli angoli di paradiso, con il suo mare di un blu mai visto e la maestosità dei Monti Bianchi (Λεφκά Όρι) che gli facevano da cornice.

Che dire di più di quest’esperienza…le foto parlano da sole, no?

A chiunque abbia un po’ di buona volontà, gambe buone e amore per la natura, questa è una giornata che straconsigliamo e che, senza dubbio, porterete dentro per sempre!

Ciao a tutti!

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Glika Nera, Loutro e Finikas: l’aspro e poetico Sud

Chi ci segue anche su Facebook ha già potuto vedere qualche foto di anticipazione a questo post perché sì, l’avrete capito, ci piace un sacco incuriosirvi e tenervi un po’ sulle spine!

Da molto pensavamo a questa gita e finalmente ci siamo decisi a farla! Dalla zona nord-ovest dove abitiamo, ci siamo avventurati nella costa opposta, a sud-ovest, dopo aver percorso per circa un’ora e mezza l’entroterra montagnoso, aspro e affascinante che si apre sotto Chanià.

Hòra Sfakìon (o Sfakià) è il villaggio che abbiamo raggiunto per primo ed è dove abbiamo lasciato per tutto il giorno l’ auto, poiché non ci sarebbe più servita…

Infatti, questa zona costiera di Creta vanta le spiagge tra le più selvagge, solitarie, difficili da raggiungere e dalla bellezza incontrastata ed incontaminata di tutta l’isola!

Prima di tutto abbiamo deciso di approdare a Glikà Nerà, meravigliosa e tanto decantata baia, raggiungibile solamente via mare o a piedi. Da Sfakià abbiamo preso dunque il battello delle 10:15 diretto a Loutrò, secondo le indicazioni del “barcarolo” stesso, un “aitante” greco DOC, con codino, barba nera come la pece e canotta troppo stretta per contenere le abitudini culinarie di un’evidente buona forchetta!

DSCN2491Sfortuna ha voluto che ci beccassimo un mare bello mosso quella mattina, tanto da rendere a dir poco umidi quei 10 minuti di traversata per arrivare a Glikà Nerà… beh, poco male, visto che di lì a poco avremmo comunque fatto il bagno, no??!

In ogni caso, avvicinarsi a quella meraviglia e godersi lo spettacolo che la Natura ci ha offerto, ha fatto dimenticare in un attimo la doccia salata di qualche secondo prima. Un’alta e maestosa parete rocciosa dei Lefkà Ori (Monti Bianchi) fa da sfondo ad una stretta lingua di ciottoli che si immerge in un’acquaDSCN2499 dalla trasparenza irreale e dagli splendenti blu e verde smeraldo!

Non abbiamo esitato un solo secondo e, dopo essere scesi sul minuscolo imbarcadero/tavernetta galleggiante, abbiamo steso i nostri asciugamani e ci siamo goduti un fantastico bagno! L’atmosfera era molto rilassante e le persone che giravano erano sicuramente originali e variegate. Abbiamo visto ragazzi con tende piantate sulla spiaggia e panni stesi al sole, escursionisti in costume che scendevano dalla montagna con pedule e zaini giganti e, DSCN2529naturalmente, non potevano mancare i nudisti! Troppo bello, davvero! Ci saremmo soffermati lì tutto il giorno solo per osservare la gente!

Ma torniamo a noi perchè non vi abbiamo ancora detto una cosa importante, ossia perché questo posto si chiama Glikà Nerà, che significa “acque dolci”. Ebbene, il nome è dovuto proprio alle freschissime acque dolci che, direttamente da una sorgente sotterranea, sgorgano tra i ciottoli della spiaggia per poi tuffarsi in mare! Passeggiando, infatti, si notano proprio queste pozze tra i sassi e nel mezzo si vede lo zampillo d’acqua, assolutamente potabile, che fuoriesce dal DSCN2522terreno. Per questo, infatti, è stata installata una doccia, funzionante con un pannello fotovoltaico, che dona il prezioso e dissetante liquido ai bagnanti che vogliono bere o semplicemente sciacquar via il sale marino dalla pelle.

Dopo un paio d’ore rilassanti ed un ultimo sguardo sognante a questo piccolo paradiso, abbiamo lasciato Glikà Nerà. Salendo sull’immancabile barca Delfini, abbiamo raggiunto in circa 10 minuti il villaggio di Loutrò.

DSCN2631Qual è il modo migliore per descrivervi la poesia e la magia che avvolgono questo porticciolo isolato dal mondo? Non è facile, davvero, perchè bisogna vederlo coi propri occhi per capire. Disposto su una baia a mezza luna, il villaggio è composto da non più di 20-30 strutture, divise tra case, vecchi edifici pubblici e piccoli hotel. Il colpo d’occhio è pazzesco perché si vedono tutte queste casette praticamente uguali, tutte bianche, dal tetto piano e con i balconi del color del mare! A cosa somiglia Loutrò? Ve lo diciamo noi: ad un presepe! Avete presente a Natale, quando allestite il paesino dietro la grotta delDSCN2562 Bambin Gesù?? Ecco, uguale!! Anche in questo caso c’è un motivo per il nome Loutrò, che significa “bagno”, e anche qui giocano un ruolo fondamentale le molte sorgenti ritrovate in quest’area, la cui acqua arrivava fino al vicino villaggio di Anopoli.

Dopo esserci goduti un pacifico pranzetto in una della tante taverne del lungomare (13 € in 2… non smetteremo mai di stupirci!), abbiamo voluto raggiungere un’ultima tappa: Fìnikas (o Finix, o Phoenix).

Questa volta, però, ci siamo detti :”Gambe in spalla e via, si va a piedi!”. Senza nascondere una certa emozione e un po’ di orgoglio, abbiamo così imboccato un tratto DSCN2577di E4, uno degli 11 sentieri tracciati che attraversano l’Europa (CLICCA QUI per uno splendido racconto sul sentiero cretese E4).  Tante volte ne avevamo sentito parlare, avevamo letto racconti a riguardo ed ancor oggi sogniamo di percorrere interamente la tratta cretese, 500 km da est a ovest (e prima o poi lo faremo!!). Per il momento, comunque, possiamo dire di averlo calpestato per qualche chilometro! Da Loutrò abbiamo superato la prima spiaggetta di Fìnikas (raggiunta in circa mezz’ora) e siamo arrivati fino alla seconda, impiegando altri 15 minuti circa: spiaggia molto aspra, con scogli e ciottoli, presenza di un piccolo hotel ed unDSCN2606 paio di taverne, ambientazione perfetta per chi ama un’atmosfera selvaggia e una solitudine completa (se non considerate le capre come una compagnia!!).

Tornando indietro, decisamente bisognosi di un bagno rigenerante, ci siamo fermati alla prima baietta: piccola, sassosa, molto carina, con un paio di hotel bianchi e blu che la incorniciano. Nonostante le acque davvero fredde, ci immergiamo per qualche minuto, per poi riprendere armi e bagagli e risalire la montagna. Passando nuovamente attraverso le sparute, ma suggestive rovine DSCN2582dell’antica città di Finikas, ci siamo incamminati con calma verso Loutrò. In prossimità del paese, ci siamo goduti un’ultima volta la sua vista dall’alto ed abbiamo fatto un pieno di bellezza, prima di prendere il battello che ci ha riportati ad Hora Sfakion e quindi alla nostra auto.

Ah, che spettacolo questo Sud ragazzi!

Speriamo di non avervi stancati troppo con questo racconto così lungo… ma speriamo anche di avervi trasmesso almeno un pizzico di quest’incanto e di aver portato nelle vostre case e nei vostri uffici un po’ di sole cretese!

A presto!

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